domenica 27 marzo 2016
COMMENTA E CONDIVIDI
Le piccole e medie aziende italiane sono virtuose nell’uso degli strumenti europei per la ricerca e l’innovazione. E conquistao nel biennio appena concluso il secondo posto, dopo la Spagna, per il numero di progetti finanziati grazie allo strumento del programma Ue Horizon 2020. In Spagna le pmi finanziate sono state 309; in Italia 276, il 18% delle quali start up innovative con finanziamenti che sfiorano i 50 milioni (46,5 per progetti esclusivi più 3,5 di progetto finanziati in collaborazione con altri paesi). Seguono, con distacco Gran Bretagna, Germania e Francia. Lo rileva uno studio elaborato da Aster, consorzio della regione Emilia-Romagna per l’innovazione e la ricerca industriale, che ha analizzato i dati dell’Agenzia esecutiva europea per le pmi. Nel biennio, l’Ue ha finanziato complessivamente 500 milioni di euro destinati a 1.635 pmi. Trasporti, nanotecnologia ed efficienza energetica sono i settori che nel Bel Paese hanno contato il maggior numero di progetti. Guardando poi alle regioni, in testa alla classifica per numero di progetti approvati si trovano Lombardia (78) ed Emilia Romagna (35). Seguono Lazio( 34), Toscana(19), Piemonte (18), Veneto (14), Liguria e Campania (6), Marche (5), Calabria, Trentino Alto Adige, Abruzzo, Friuli Venezia Giulia, Puglia, Sicilia e Umbria (4);Sardegna e Valle D’Aosta (3). Rispetto alle proposte presentate, l’Italia è il Paese più attivo con un totale di 3.709 progetti, seguito dalla Spagna con 2.913 proposte, dal Regno Unito con 1.788, dalla Germania con 1.344 e dalla Francia con 1.139. Se si analizza il tasso di successo (rapporto tra domande presentate e vinte), l’Italia con il 7,4% viene superata da Gran Bretagna (11,2%), Spagna (10,6%), Germania (8,8%) e Francia (7,9%) mentre la media europea si attesta su 8,5%. Per il biennio 2016-2017 il finanziamento è salito a 740 milioni di euro. © RIPRODUZIONE RISERVATA
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: