Fabio Lazzerini a ruota libera sul domani di Ita. L’Ad di Ita, a poche ore dal via libera dell’Ue al nuovo vettore (“con i funzionari di Bruxelles sono stati sette mesi di sportellate” ma “li abbiamo convinti della bontà dell’operazione”), si sofferma su alcuni punti base. A partire dalla flotta che sarà di 52 velivoli, per iniziare, un numero a suo dire sufficiente per “competere” nonostante altre compagnie abbiano flotte maggiori. Però, spiega il manager, oggi “bisogna guardare gli aerei che volano” e che “sono pochi” a causa della pandemia. Una filosofia attenta “per non fare fuori tutti i soldi del Governo”, usando “un approccio graduale legato ai volumi del traffico previsto nei prossimi mesi” e che, senza nuove chiusure dovute alle varianti, porterà “gli aerei a 78 nel 2022”.
Serve compagnia aerea
Secondo Lazzerini nel nostro Paese “serve una compagnia aerea” perché “gli spazi ci sono” e sul marchio garantisce che Ita “farà di tutto per prendere il marchio” che ha una storia di 74 anni che “all’estero è adorato e amato”. C’è un po’ di rammarico per non poterlo acquistare direttamente, ma solo tramite una gara, ma poiché ritenuto “un elemento fondamentale del nostro Piano industriale faremo di tutto per vincere la gara”, assicura.
Trattative con due gruppi
Comunque a suo giudizio c’è spazio per una compagnia aerea italiana “non rimanendo da soli” perché “rimanere da soli non è assolutamente possibile” e per questa ragione ci sono trattative con due gruppi, Lufthansa e Delta-Air France-Klm-Virgin.
L’ultimo rammarico è legato al non poter operare questa estate: “un grande svantaggio. Il nostro Piano industriale originale prevedeva la partenza il 1° aprile proprio per cominciare a creare la base di vendite per poi volare in una bella stagione stiva, ma le trattative tra Governo ed Europa sono durate sino a giovedì scorso ed è andata così”.