Nel corso delle ispezioni effettuate nel 2011 da parte del ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, dell'Inps, dell'Inail e dell'Enpals, sono stati individuati 278.268 lavoratori irregolari, un dato che «testimonia una buona incisività dell'azione di controllo, considerato anche che il numero delle verifiche è leggermente diminuito rispetto all'anno precedente (circa il 7%)». Lo ha detto il direttore generale delle Attività ispettive del ministero del Lavoro,
Paolo Pennesi, presentando a Roma i risultati delle attività di vigilanza del 2011. I lavoratori in nero individuati ammontano a 105.279, cui vanno aggiunti circa 13mila lavoratori individuati dalla Guardia di Finanza, per un totale di 117.955 lavoratori in nero. Si tratta di una cifra in «evidente diminuzione rispetto ai 151mila lavoratori dello scorso anno», ha sottolineato Pennesi e tale fenomeno è fondamentalmente riconducibile, da un lato, alla restrizione del campo di applicazione della normativa sanzionatoria (al solo lavoro subordinato) e, dall'altro, alla contrazione occupazionale che inevitabilmente incide pure sul sommerso e anche al notevolissimo incremento che hanno avuto le forme contrattuali di lavoro flessibile, con particolare riferimento ad alcune Regioni del Nord.In totale, le aziende ispezionate nel 2011 sono state 244.170, un campione appena superiore al 10% dei circa due milioni di aziende esistenti censite presso gli Istituti previdenziali. Le aziende irregolari sono state 149.708, vale a dire circa il 61% di quelle sottoposte a verifica, «e ciò evidenzia - ha sottolineato Pennesi - il fatto che l'azione ispettiva è comunque suscettibile di miglioramenti, mediante una più puntuale attività di
intelligence per orientare ancor meglio le verifiche verso obiettivi più mirati».Per quanto attiene al recupero contributivo, rimane sostanzialmente stabile, anche se con una leggera flessione del 13%, e si attesta attorno a 1.225.165.438 euro, anche se tale dato è riferito alle somme "accertate" e non a quelle "riscosse".