Nessuna proroga per i lavoratori fragili - Archivio
Regna lo sconforto tra le migliaia di lavoratori fragili. Nelle disposizioni prorogate dal decreto legge 83 (che estende lo stato di emergenza fino al 15 ottobre 2020), infatti, non vi è quella che consentiva loro di assentarsi dal lavoro per essere tutelati dal rischio Covid. Una notizia difficile da digerire per i dipendenti pubblici e privati in possesso del riconoscimento di disabilità con connotazione di gravità, nonché in possesso di certificazione attestante una condizione di rischio derivante da immunodepressione o da esiti da patologie oncologiche o dallo svolgimento di relative terapie salvavita, di usufruire di un periodo di assenza dal servizio equiparato al ricovero ospedaliero. In conseguenza della mancata proroga, dal 1° agosto è stato ripristinato il trattamento ordinario previsto dalla normativa legislativa e contrattuale vigente in materia di malattia.
Sul gruppo Facebook dei lavoratori fragili si è accesa la discussione. Uno di loro, raggiunto al telefono, vuol mantenere l’anonimato, si sfoga così: «È assurdo. Pensano a dare i bonus a destra e a manca, mentre si dimenticano di noi. Non abbiamo tutele. Tra di noi ci sono malati di tumore, trapiantati, affetti da malattie rare. È impensabile rischiare di tornare a lavorare per poi rimanere contagiati dal Covid–19. Abbiamo paura. Ho delle ferie arretrate. Preferisco restare a ca- sa. Nella speranza che i nostri politici cambino idea». «Ci appelliamo al ministro Speranza e al Parlamento – sottolinea Antonio Gaudioso, segretario generale di Cittadinanzattiva – affinché, alla ripresa dei lavori parlamentari, si ponga rapidamente rimedio a questo “pasticcio” che sta già creando forti disagi proprio a quella categoria di lavoratori che dovrebbe essere tutelata di più rispetto agli altri perché in condizioni di fragilità ». Per i lavoratori fragili, insomma, l’emergenza è finita il 30 luglio. La denuncia arriva anche dalla Fish, la Federazione italiana per il superamento dell’handicap: «Né il decreto del 30 luglio né il decreto legge in via di approvazione, se si esclude un aleatorio diritto allo smart working, contengono misure di protezione per i lavoratori con grave disabilità o con situazioni sanitarie di particolare rischio». Mancano proprio alcune proroghe fondamentali per le persone con disabilità, come l’equiparazione delle assenze allo stato di ricovero ospedaliero già previsto dall’articolo 26 del decreto Cura Italia e l’estensione dei permessi lavorativi 104/1992. «Amareggia la constatazione che nelle trattative e nelle elaborazioni normative vi siano dei lavoratori di serie A e dei lavoratori di serie B – commenta Vincenzo Falabella, presidente della Fish –. Sorprende e stupisce il fatto che l’emergenza Covid sia estesa a tutti al 15 di ottobre, vi siano proroghe sulle disposizioni più disparate, mentre per i lavoratori con disabilità o per i lavoratori che assistono persone con grave disabilità l’emergenza sia di fatto finita il 31 luglio. Ci auguriamo che il Parlamento provveda quanto prima a sanare questo paradosso».
«Già a maggio ci eravamo mobilitati affinché fossero prorogate le misure e si sburocratizzasse l’iter, prevedendo che anche il medico di famiglia potesse rilasciare la certificazione della condizione di rischio; allora eravamo stati ascoltati. Oggi siamo “spiazzati” da questa assurda decisione che già dal 1° agosto ha avuto come conseguenza il rientro al lavoro di moltissimi lavoratori fragili, pur essendo prorogato lo stato d’emergenza e quindi rimanendo invariate le potenziali situazioni di rischio», conclude Gaudioso.