Nonostante il maltempo, a Villa d’Este di Cernobbio c’è un clima solare di festa. Perché l’Unione europea ha dato il via libera alla richiesta italiana di indicazione di origine obbligatoria per il latte e i prodotti lattiero-caseari. Una vittoria italiana e di Coldiretti che sulle rive del lago di Como celebra il 15° Forum internazionale dell’agricoltura e dell’alimentazione. Il provvedimento riguarda l’indicazione di origine del latte o del latte usato come ingrediente nei prodotti lattiero-caseari che dovrà essere indicata in etichetta con il nome del Paese dove è stato munto il latte; il nome della nazione dove il latte è stato condizionato e quello in cui è stato trasformato. È festa e un po’ di serenità la vorrebbero anche quelle persone giunte dalle zone terremotate che, a 50 giorni dal devastante sisma, sono qui con il primo mercato dei produttori agricoli terremotati. Ma è la presentazione dell’indagine Coldiretti-Ixè
Cambiamenti delle abitudini alimentari degli italiani a dare il 'la' alla due giorni dell’associazione. Il presidente di Coldiretti, Roberto Moncalvo, parte subito dalla questione latte sottolineando il successo italiano, ricordando come «i consumatori ora avranno risposte complete sul prodotto scelto» e rimarcando che le regole «garantiranno un futuro agli allevatori» (33mila imprese e 120mila addetti). Il focus sulle abitudini alimentari mette in risalto la sempre maggiore sensibilità del consumatore. Il presidente di Ixè, Roberto Weber, parte dalla crescente sfiducia degli italiani verso l’Europa (salita al 34%), per convergere sul rapporto con gli alimenti. L’indagine mette in luce come il 61% ritenga gli Ogm meno salutari e non pare strano visto che il 'sentire comune' fa si che per il 48% degli intervistati il cibo è il simbolo del made in Italy nel mondo. Coerente, allora, la richiesta di regole comunitarie e la diffidenza crescente verso Bruxelles che non viene vista come espressione di volontà popo-lare, ma centro decisionale condizionato dai Paesi più potenti. Le riflessioni al Forum guardano poi anche al resto del mondo, alle migrazioni, alla fame (e alle violenze) che le generano. Ma si riflette anche sull’illegalità che condiziona lo sviluppo e su come la finanza possa essere più incisiva nel settore agricolo per creare nuove opportunità di occupazione. Senza dimenticare l’innovazione e le nuove tecnologie, fulcro della giornata odierna. Quella di ieri si è chiusa con un pizzico di contrarietà e un nuovo allarme: il pericolo rappresentato dal 'decreto salumi' che recepisce norme comunitarie sulla disciplina della produzione e della vendita di alcuni prodotti di salumeria. Perché vengono aumentati di un punto percentuale i tassi di umidità del prosciutto cotto, del cotto scelto e di quello di alta qualità. L’incremento per Coldiretti mina la qualità del prodotto a discapito del maiale italiano, le cui carni hanno caratteristiche superiori a quelle dei maiali importati dai Paesi del nord. Inoltre il decreto cancella il divieto di utilizzo di aromi chimici dando via alla possibilità di correggere gusto e sapore di salumi fatti con materia prima scadente. Un nuovo fronte della tutela del made in Italy.