Kadri Simson, commissaria europea all'Energia - EC - Audiovisual Service
La Commissione europea lascia agli Stati il compito di rispondere alla corsa dei prezzi dell’energia. Bruxelles ha presentato un insieme di misure per affrontare il problema dei rincari, ma al centro della strategia c’è l’incarico di agire affidato ai governi.
Gli Stati membri, ha spiegato la Commissione, possono intervenire con misure di diverso tipo: principalmente aiuti alle famiglie in condizioni di povertà energetica (l’Italia lo sta già facendo); riduzione temporanea delle tasse (altra misura già sperimentata dall’Italia); proroghe temporanee per le bollette; misure di protezione per evitare che gli utenti morosi siano staccati dalla rete. Nel frattempo la Commissione lavorerà su soluzioni a medio termine, come il potenziamento degli investimenti nelle rinnovabili, lo sviluppo della capacità di stoccaggio dell’energia, un’ipotesi di revisione dei regolamenti sull'approvvigionamento e uno studio sui potenziali vantaggi di acquistare il gas naturale a livello europeo.
La Commissione ha anche ricordato che l’aumento delle quotazioni dei diritti di emissioni di CO2 ha garantito ai governi maggiori incassi per 10,8 miliardi euro, per un totale di 26,3 miliardi in 11 mesi. Risorse che possono usare per contenere gli effetti degli aumenti delle materie prime. La strategia europea non cambia: «La transizione all'energia pulita è il modo migliore per scongiurare altri shock in futuro e dev'essere accelerata» ribadisce la Commissione.
Kadri Simson, commissaria all’Energia, presenterà il 14 ottobre queste misure al Parlamento europeo, mentre il 26 ottobre le presenterà ai ministri. Al Consiglio europeo del 21-22 ottobre i capi di Stato e di governo discuteranno le possibili prossime mosse.