giovedì 10 novembre 2011
È il dato peggiore da dicembre 2008. Le industrie tessili, abbigliamento, pelli e accessori (-12,7%) e della fabbricazione di prodotti chimici (-9,3%) sono i settori in maggior sofferenza.
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Netto calo, più ampio delle previsioni, per la produzione industriale italiana, che in settembre si è contratta, su base destagionalizzata, del 4,8% mensile, il calo maggiore dal dicembre 2008. Lo indicano i dati dell'Istat, che ha inoltre rivisto al ribasso, a +3,9% da +4,3%, la rilevazione di agosto. L'indice della produzione industriale, corretto per i giorni lavorativi, ha invece registrato un calo del 2,7% su base annua dal +4,7% di agosto. Le previsioni degli economisti indicavano calo del 3% su mese e una crescita del 2,1% su anno.«La netta discesa di settembre è stata anche superiore alle nostre attese», spiega l'economista di Societe Generale Cib Vladimir Pillonca che aggiunge come la revisione di agosto sia stata dettata da un dato «distorto a causa dell'esiguità del campione».L'economista di Intesa Sanpaolo Anna Maria Grimaldi conferma che il calo della produzione registrato il mese scorso «viene in parte a correzione del dato di agosto, che soffre di altà stagionalità». «Il terzo trimestre ha visto un crollo della produzione in tutta Europa: c'è sicuramente un elemento italiano di genuino rallentamento, forse anche più forte di Francia e Germania, ma c'è anche una correzione rispetto a quello che si è visto in agosto», spiega la Grimaldi.La produzione industriale francese - i dati sono stati diffusi stamane - ha perso un 1,7% in settembre, dopo il +0,5% di agosto, a fronte di attese per una contrazione limitata allo 0,7%. Meno 2,7% invece per la produzione tedesca, dopo il -0,4% di agosto, su attese di un -0,5% .Nella nota odierna l'Istat spiega che «gli indici corretti per gli effetti di calendario registrano, a settembre 2011, una crescita tendenziale per il solo comparto dell'energia (+6,7%). Diminuiscono invece in modo significativo i beni di consumo (-7,1%) e, in misura più contenuta, i raggruppamenti dei beni intermedi (-2,5%) e dei beni strumentali (-0,2%)». «I settori che in settembre registrano le diminuzioni tendenziali più ampie sono quelli delle industrie tessili, abbigliamento, pelli e accessori (-12,7%) e della fabbricazione di prodotti chimici (-9,3%)».ITALIA ORMAI IN STAGNAZIONESull'intero terzo trimestre l'istituto di statistica stima ora una contrazione complessiva della produzione industriale dello 0,1% rispetto al trimestre precedente. «Fino ad oggi il segnale più incoraggiante sul ciclo italiano veniva dalla produzione industriale - nota Vladimir Pillonca -. Il succo di tutto questo è che ora prevediamo un pil in lieve riduzione o al più in stagnazione nel terzo trimestre, prima di contrarsi più ampiamente nel quarto». «Prevediamo uno 0,1% di crescita nel terzo trimestre - aggiunge la Grimaldi -. Di fatto la situazione dei mesi estivi è di semi stagnazione, e la tendenza è verso un ulteriore rallentamento a fine anno».Stamane la Commissione europea ha rivisto al ribasso le sue stime di crescita per l'Italia ad un +0,5% per l'anno in corso, dallo 0,7% comunicato in settembre. Più netto il taglio operato da Bruxelles sulle stime relative al 2012: +0,1% dall'1,3% . Stime che l'economista di Societe Generale Cib definisce «considerevolmente più ottimistiche delle nostre».
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