ANSA
L’Europa soffre ancora le conseguenze dell’inflazione e non si può dire che l’economia cresca. Anche se il rischio recessione sembra scongiurato, prosegue la stagnazione nell’Eurozona. Di positivo per l’Italia, però, c’è il fatto che nel 2023 il Pil italiano si è alzato anche se di pochissimo (+0,7%), più della media dell’Eurozona (+0,5%). Qualche segnale di ottimismo arriva dal Fondo Monetario Internazionale (Fmi) che intanto ha rivisto al rialzo le stime sulla crescita globale per il 2024: 3,1% nel 2024 e 3,2% nel 2025.
Torniamo al prodotto interno lordo: secondo la stima flash preliminare diffusa da Eurostat, negli ultimi tre mesi dello scorso anno il Pil è rimasto piatto (0%) nell’Eurozona e nei ventisette Paesi nell’Ue nel suo complesso, registrando una crescita zero rispetto ai tre mesi precedenti, quando era diminuito dello 0,1% in entrambi i casi. In questo quadro europeo a spiccare sono, però, i dati deludenti della Germania e quelli robusti della Spagna. Francia (+0,9%) e Italia (+0,7) si collocano sul piano di una moderata crescita, di poco al di sopra del dato europeo (+0,5%). La stima del governo italiano a fine 2023 contenuta nella Nadef – la Nota di Aggiornamento al Documento di Economia e Finanza, che viene preparata ogni anno prima della manovra di bilancio – indicava, invece, per lo scorso anno una crescita dello 0,8% ma, dopo lo scoppio della guerra tra Israele e il gruppo armato di Hamas, il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti aveva evidenziato il rischio di un rallentamento dell’economia e quindi di una revisione al ribasso delle previsioni. Confermata dai dati dell’Istat che pure ha stimato la variazione acquisita per il 2024 pari soltanto a uno +0,1%.
La crescita del Pil è sopra la media europea anche per la Francia, dove il Pil è rimasto stabile nel quarto trimestre del 2023 ed è cresciuto dello 0,9% sull’intero anno, dopo il 2,5% del 2022. La crescita annuale è quindi vicina alle previsioni del governo francese dell’1%, grazie a un forte secondo trimestre che ha segnato lo 0,7%. A preoccupare, invece, sono le condizioni economiche in cui versa la Germania che ha registrato un calo del Pil dello 0,3% negli ultimi tre mesi del 2023. Il dato conferma la debolezza della prima economia europea, la cui industria e le cui esportazioni stanno rallentando. «Dopo la stagnazione dell’economia tedesca nei primi tre trimestri, la produzione economica è diminuita nel quarto trimestre del 2023», riassume l’ufficio federale di statistica per la Germania, Destatis. Nell’intero 2023, l’economia tedesca ha subito una contrazione dello 0,3%, come annunciato da Destatis a gennaio ed è quindi in recessione.
Buoni segnali, invece, per l’economia spagnola che ha chiuso il 2023 con una crescita del Pil su base annua del 2,5% e una robusta accelerazione negli ultimi tre mesi dell’anno dello 0,6% rispetto allo 0,4% del trimestre precedente. In un contesto complicato dai conflitti e nonostante l’aumento dei tassi di interesse, il Pil spagnolo ha superato le previsioni del governo, che a inizio anno situavano la crescita su livelli di poco superiori all’1%. Nonostante questo scenario di stagnazione in Europa il Fondo Monetario Internazionale ha confermato le stime sull’economia italiana, ribadendo per il nostro Paese la previsione di una crescita modesta per il 2024 pari a +0,7%, mentre per il prossimo anno ha rialzato di 0,1 punti il giudizio di ottobre scorso, stimando un Pil a +1,1% nel 2025. Va peggio per la Germania che subisce sia quest’anno sia nel 2025 un taglio dal Fmi di 0,4 punti che portano la crescita stimata rispettivamente a 0,5 e 1,6%. Taglio lievemente al ribasso anche per la Francia, con un Pil previsto quest’anno a +1% (-0,3 punti) e nel 2025 a +1,7% (-0,1 punti). Queste revisioni al ribasso, inevitabilmente, impattano anche sulla previsione del Fmi per tutta l’Eurozona, dopo il deludente 2023 chiuso soltanto a +0,5%. Nel 2024 è prevista una crescita solo dello 0,9% (-0,3 punti) e si andrà all’1,7% nel 2025 (-0,1). Il Fondo ha invece alzato le previsioni sul Pil globale, diretto verso una crescita del 3,1% quest’anno.