martedì 31 maggio 2011
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Il tasso di disoccupazione ad aprile cala all'8,1% dall'8,3% di marzo, scendendo così di 0,2 punti percentuali. Lo rileva l'Istat in base a dati destagionalizzati e a stime provvisorie. Inoltre, su base annua si registra una diminuzione di 0,6 punti percentuali. Il tasso di disoccupazione ad aprile è, spiega l'Istituto, il più basso dall'agosto del 2009. Il numero dei disoccupati, pari a 2,005 milioni, diminuisce del 2,9% rispetto a marzo (-60 mila unità). La caduta riguarda sia la componente maschile sia quella femminile. Su base annua il numero di disoccupati cala del 7,6% (-164 mila unità). In particolare, il tasso di disoccupazione maschile è pari al 7,3% (-0,2 punti percentuali su marzo e -0,6 punti su aprile 2010), mentre quello femminile è del 9,1% (-0,1 punti su base mensile e -0,6 su base annua).LE REAZIONILa rilevazione Istat sulle forze lavoro, confrontata con gli altri primi tre mesi dell'anno, «consegna un saldo sostanzialmente stabile anche se rimane leggermente in crescita l'occupazione e leggermente in calo la disoccupazione il cui differenziale con la media europea si è ampliato (meno 1,8 rispetto alla media europea). Della ripresa beneficiano per ora prevalentemente i cassintegrati che vengono richiamati all'attività lavorativa». È quanto afferma il ministro al Lavoro e alle Politiche sociali, Maurizio Sacconi, in una nota. «Quanto ai giovani - prosegue Sacconi - ha ragione Draghi a ritenere che si debbano alzare i livelli di apprendimento, che ovviamente non coincidono con una qualsiasi laurea, e che si deve superare il dualismo che caratterizza il nostro mercato del lavoro. E ciò si realizza attraverso la riforma dello Statuto dei lavoratori nello Statuto dei lavori». Secondo il ministro, «il governatore fa bene a sollecitare la piena efficacia dei contratti aziendali attraverso i quali imprese e lavoratori concordano sui modi con cui far crescere i salari e ancor più la produttività».«Una vera e propria voragine che invece di attenuarsi tende ad assumere carattere di strutturalità». Così il segretario confederale della Cgil, Fulvio Fammoni, commenta le stime provvisorie dell'Istat sulle forze lavoro ad aprile. Dati che per il dirigente sindacale evidenziano come «l'occupazione cali ancora mentre la distanza con gli occupati del primo semestre del 2008, cioè prima della crisi, ritorni a circa 650mila lavoratori in meno». Fammoni sottolinea, inoltre, come «il tasso di occupazione scende sotto il 57% e la nostra distanza con l'Europa, spesso citata a sproposito, si acuisce. E questo nonostante il bacino degli ammortizzatori sociali che però è sempre più precario e a rischio». Il sindacalista aggiunge: «Ormai è chiara a tutti, meno che al governo, l'anomalia del mercato del lavoro italiano basata sul binomio disoccupazione-inattività e scoraggiamento che porta il dato reale dei disoccupati a superare la media europea». E osserva: «Quando scende la disoccupazione sale il bacino degli scoraggiati, questa volta addirittura del doppio, e il risultato è ancora più negativo». Quindi, spiega Fammoni, «non solo manca lavoro, ma si smette anche di cercarlo. Una sfiducia che deve essere superata anzitutto contrastando questo proliferare di lavoro precario, insicuro, mal pagato e senza prospettive previdenziali che fa refluire nel sommerso».«Mai così elevato il numero degli inattivi da un anno ad oggi. È questo il dato più rilevante e preoccupante che, insieme al calo del numero assoluto degli occupati e del tasso di occupazione, totale, maschile e femminile, non permette di commentare positivamente i dati sull'occupazione diffusi oggi dall'Istat». Così, il segretario generale aggiunto della Cisl, Giorgio Santini, commenta i datiIstat sulle forze lavoro ad aprile. «Il lieve calo del tasso di disoccupazione, che si attesta all'8,1%, e il lievissimo calo della disoccupazione giovanile sempre altissima (28,6%) sono, infatti, pesantementecondizionati dall'aumento dell'1% degli inattivi che raggiungono un livello estremamente preoccupante: il 38,1% e dal calo degli occupati», sottolinea Santini in una nota. Il mercato del lavoro, secondo il sindacalista, quindi, «è pericolosamente bloccato. Sono urgenti misure concrete per l'occupabilità: ilnuovo apprendistato e il credito di imposta per le assunzioni al Sud sono le risposte più urgenti per la disoccupazione giovanile, mentre le politiche attive del lavoro per i lavoratori sospesi o disoccupati devono essere estese e applicate in tutte le regioni». I dati riferiti al mese di aprile, diffusi oggi dall'Istat, «se sono lievemente rassicuranti sulla diminuzione del tasso di disoccupazione, che riguarda anche la componente giovanile, continuano a preoccupare per la perdita di posti di lavoro. L'ulteriore aumento della quota di inattivi, inoltre, potrebbe segnalare la possibilità di un allargamento della platea di coloro che vengono riassorbiti dal mercato del lavoro irregolare». Così il segretario confederale della Uil, Guglielmo Loy, a proposito di dati su occupazione e disoccupazione dell'Istat. "Restituire il lavoro a chi lo ha perso e inserire nel mercato del lavoro chi ne è fuori - aggiunge Loy - sono i principali obiettivi che uno Stato deve porsi come priorità». Secondo l'esponente Uil, «è necessario far ripartire subito l'apprendistato e legarlo a una buona formazione, funzionale alle esigenze di aziende e territori; creare nuovi posti di lavoro e ciò è possibile cantierando opere infrastrutturali. Occorre, inoltre, abbassare gli ancora troppo alti tassi di disoccupazione che regnano strutturalmente nel Mezzogiorno, con l'ausilio del credito d'imposta occupazione che può diventare uno strumento anche per combattere il fenomeno del lavoro irregolare che in questa area del Paese ha livelli troppo elevati».
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