L'attività dello stabilimento Irisbus di Valle Ufita cesserà. Lo ha stabilito la Fiat dopo la rinuncia del Gruppo Dr all'acquisto della fabbrica. "Di fronte all'impossibilità di portare a termine l'unica soluzione individuata, che consentiva l'avvio di una nuova iniziativa imprenditoriale ed industriale per assicurare continuità al sito - spiega Irisbus Italia, società dell'Iveco - l'azienda sarà costretta, suo malgrado, ad avviare le procedure consentite dalla legge per cessare le attività dello stabilimento".Nella nota la società ricorda di avere subito "molto duramente gli effetti della grave crisi che ha colpito il mercato degli autobus urbani in Italia, le cui immatricolazioni si sono drammaticamente ridotte. Ciò ha determinato una progressiva e costante contrazione dei volumi produttivi dello stabilimento, che sono passati dai 717 veicoli del 2006 ai soli 145 autobus, di cui meno di 100 urbani, dei primi sei mesi del 2011".Per la Cisl a decisione della Fiat di procedere alla chiusura dell'Irisbus di Avellino "è grave e inaccettabile". Il sindacato chiede al governo di intervenire. "Il fallimento dei negoziati al ministero dello Sviluppo economico - affermano il segretario confederale Cisl Luigi Sbarra e il segretario nazionale della Fim, Bruno Vitali - e l'uscita di scena del gruppo Di Risio rendono a questo punto drammatica la situazione dei lavoratori dello stabilimento campano. È urgente pertanto attivare il tavolo, già richiesto da una settimana, presso il Governo per ricercare una soluzione che preservi quella realtà industriale e occupazionale".Il sito industriale - affermano - "oltre a costituire l'unica unità produttiva nazionale di mezzi di trasporto pubblico dà occupazione a 1.200 unità circa tra diretti ed indotto in un territorio ad altissimo tasso di disoccupazione e che offre pochi spazi ed alternative di sviluppo. Dal governo ci aspettiamo che esca dalla pratica della chiacchiera e appronti invece un'ipotesi di mediazione che lo veda coinvolto anche nella riattivazione del piano nazionale dei trasporti. Nel frattempo la Fiat deve sospendere le procedure di cessazione di attività e riaprire un confronto sul futuro dell'Irisbus che la veda partecipe anche in un possibile percorso di reindustrializzazione".Intanto la Fiat deve affrontare problemi anche negli Usa. L'amministratore delegato Sergio Marchionne è infatti volato a Detroit, per affrontare il negoziato con i sindacati Chrysler per il contratto. "Non è concluso e non c'è un contratto ancora" aveva confidato Marchionne, aggiungendo: "Non siamo vicini". Per questo nella notte ha deciso di raggiungere Detroit per cercare di sbloccare la situazione.