martedì 1 marzo 2011
Sul carovita hanno pesato gli aumenti dei beni alimentari e dei carburanti. Buoni invece i dati riguardanti la ricchezza prodotta, contro una previsione del +1,2%. In miglioramento anche il rapporto deficit-Pil, al 4,6%. Sale invece il debito. Male i dati sul fronte disoccupazione, soprattutto quella giovanile.
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È record per l'inflazione a febbraio: secondo i calcoli provvisori dell'Istat si è attestata al 2,4%, con una crescita dello 0,3% rispetto a gennaio. Si tratta di un nuovo primato, visto che l'ultima volta che è stato toccato un livello più alto (2,7%) era nel novembre 2008. Sul dato hanno pesato gli aumenti dei beni alimentari e dei carburanti. Buoni invece i dati riguardanti la crescita 2010. Pil in rialzo all'1,3%, contro una previsione del +1,2%. In miglioramento anche il rapporto deficit-Pil, al 4,6%. Sale invece il debito. Male i dati sul fronte disoccupazione, soprattutto quella giovanile.A FEBBRAIO BENZINA +11,8%, PANE +1,2%Continuano a crescere i prezzi di beni primari come i carburanti e gli alimentari. In particolare, spiega l'Istat, il prezzo della benzina è aumentato a febbraio dello 0,8% su base mensile, con una crescita annua dell'11,8%. Sale anche il gasolio per riscaldamento (+1,8% su mese e +17,2% sull'anno). In forte crescita anche i prezzi dei beni alimentari: in particolare il pane aumenta dello 0,3% sul mese dell'1,2% sull'anno. Vola anche la frutta fresca, che in un mese è salita dell'1,8% e del 2,4% rispetto al febbraio 2010.PIL: +1,3% CRESCITA 2010Il 2010 si chiude con una crescita del Pil dell'1,3%. Lo comunica l'Istat. Il dato è migliore di quanto previsto dal governo che nella decisione di finanza pubblica aveva indicato un +1,2%. Alla crescita hanno contribuito per 0,6 punti percentuali i consumi delle famiglie residenti, mentre la spesa della pubblica amministrazione ha segnato un -0,1 punti percentuali. In calo anche (0,4 punti) la domanda estera.CONTI PUBBLICI: DEFICIT 2010 AL 4,6%Il rapporto deficit-Pil si è attestato nel 2010 al 4,6%. Lo comunica l'Istat, che ha rivisto al rialzo il dato 2009 portando il deficit al 5,4%. Il miglioramento è dovuto a un aumento dello 0,9% delle entrate totali, e a un -0,5% per le uscite. Per quanto riguarda le entrate, si segnala un aumento del 5,1% in gran parte dovuto alla crescita del gettito Iva (hanno influito le norme per il contrasto dei crediti Iva inesistenti utilizzati in compensazione). Secondo l'Istat, si è attestato al 119% del Pil. Si tratta di circa tre punti in più rispetto all'ultima stima che dava il rapporto nel 2009 al 116,1%.PRESSIONE FISCO 2010 CALA A 42,6%Cala la pressione del fisco. Nel 2010, secondo l'Istat, si è attestata al 42,6%, ovvero cinque decimi di punto in meno rispetto al 43,1% del 2009. Migliora l'avanzo primario, che l'anno scorso si è attestato a -0,1% del Pil rispetto al -0,7% del 2009.REHN, PER CRESCITA ITALIA GIU' DEBITO E RIFORME«L'Italia ha davanti a sé una duplice sfida: risanare i conti riducendo l'elevato debito pubblico e assicurare una più rapida ripresa attraverso riforme strutturali»: lo ha detto il commissario europeo per gli Affari economici e monetari Olli Rehn sottolineando in particolare come il nostro Paese abbia bisogno di una politica di "moderazione salariale per evitare ulteriori perdite di competitività».SACCONI, PREOCCUPA AUMENTO PREZZI ENERGETICIIl ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, commenta con «preoccupazione» l'aumento dell'inflazione trainato dai prezzi dei prodotti energetici. Sacconi ha commentato anche i dati diffusi oggi dall'Istat sull'occupazione a gennaio (-83mila occupati rispetto a dicembre, -110mila rispetto a gennaio 2010), sottolineando che la ripresa economica per ora ha determinato il «riassorbimento dei cassaintegrati», mentre ci sono in atto «diffuse ristrutturazioni». «Preoccupa - afferma il ministro in una nota - la dinamica dei prezzi energetici e delle materie prime alimentari sospinta dalla domanda dei Paesi emergenti, dai fattori di instabilità e dalle pressioni speculative. Ne deriva un'inflazione importata che non aiuta i consumi interni e la crescita dell'economia. L'occupazione - prosegue - resta sostanzialmente stabile perché da un lato la crescita determina riassorbimento di cassintegrati e dall'altro sono in corso diffuse ristrutturazioni del tradizionale sistema produttivo. I provvedimenti in corso di definizione per accelerare la crescita con occupazione - sottolinea - possono determinare buoni effetti sulla seconda parte dell'anno alzando l'incremento tendenziale del Pil. Quanto ai giovani - conclude - è ormai prossimo il rilancio del contratto di apprendistato attraverso il decreto delegato di riforma, così come stiamo operando per la maggiore efficacia delle politiche educative e formative».
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