venerdì 30 settembre 2011
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A settembre l'inflazione italiana è salita oltre il previsto, superando il 3% tendenziale e attestandosi sui livelli più alti di quasi tre anni. Il dato, che in parte risente di un fattore esclusivamente nazionale come il passaggio dell'Iva dal 20 al 21%, si inquadra in un contesto di accelerazione dell'inflazione emerso anche a livello europeo, prima con la lettura tedesca di mercoledì e poi con la stima odierna dell'intera zona euro."È un risulato che chiaramente sorprende al rialzo" commenta Paolo Mameli di Intesa Sanpaolo.Secondo i dati provvisori di Istat, l'indice Nic dei prezzi al consumo italiani è salito a settembre dello 0,1% sul mese precedente e del 3,1% su anno, segnando a livello tendenziale il rialzo maggiore da ottobre 2008.La mediana delle stime raccolte da Reuters fra gli analisti indicava un calo congiunturale dello 0,1% e un rialzo su base annua del 2,9% dopo il +0,3% congiunturale e il +2,8% annuo di agosto."In parte l'inflazione di settembre risente della nuova aliquota Iva al 21% entrata in vigore il 17 settembre. Bisognerà aspettare ottobre per valutare l'effetto complessivo", spiega un funzionario Istat.

DISOCCUPAZIONE IN LIEVE RIBASSO

"Sia il confronto congiunturale che quello tendenziale vedono aumentare  gli occupati (+26mila traluglio e agosto, +87mila tra II Trim. 2010 e II Trim. 2011) e diminuire i disoccupati, portando il tasso di disoccupazione dall'8,3% dello scorso anno al 7,8%, in linea con i dati diffusi contemporaneamente da Eurostat.  Ma c'è un rovescio della medaglia: la crescita dell'occupazione è concentrata nel part-time involontario e nei rapporti a termine, mentre la riduzione della disoccupazione è purtroppo in parte compensata dalla crescita degli inattivi. E soprattutto il tasso didisoccupazione giovanile resta al di sopra del 27%, facendo registrare un ulteriore aumento nell'ultimo mese".

Lo sostiene in una nota il Segretario generale aggiunto della Cisl Giorgio Santini, commentando i dati di oggi diffusi dall'Istat sull'andamento occupazionale. "Già nel corso del 2010 si eraevidenziato che la ripresa del lavoro temporaneo non aveva interessato le classi giovanili: per i giovani la fase critica è ancora in corso e l'occupazione per loro non si riprende nemmeno nelle  forme più flessibili - sottolinea Santini - È urgente unàazione su più fronti. Vanno promosse  nelleRegioni misure per migliorare la transizione scuola lavoro anche utilizzando meglio le  risorse del Fse, a partire dal contrasto alla dispersione scolastica; va valorizzato l'apprendistato nelle tre tipologie previste, dando attuazione alla nuova legge con una intensa attività contrattuale a tuttii livelli e la definizione di  ulteriori politiche di incentivazione a livello regionale su obiettivi mirati; vanno ultimate le troppo lunghe procedure per attivare il credito di imposta; vanno, infine - conclude - realizzati investimenti sui nuovi bacini di impiego; vanno sviluppate tutte le potenzialità della contrattazione aziendale in chiave di sostegno agli investimenti e all'occupazione, in  attuazionedell' intesa tra Cgil, Cisl, Uil e Confindustria".

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