La produzione industriale è rimasta invariata a novembre rispetto a ottobre, contro le attese degli analisti che si attendevano un aumento congiunturale dello 0,6%. Lo rileva l'Istat. Su base annua, e cioè rispetto a novembre 2016, l'indice è invece aumentato del 2,2%. Nella media dei primi undici mesi dell'anno la produzione è aumentata del 2,7% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, mentre nella media del trimestre settembre-novembre 2017 la produzione è diminuita dello 0,2% nei confronti dei tre mesi precedenti.
Il dato Istat riduce al lumicino la possibilità che il settore possa dare un contributo positivo al Pil nell'ultima parte dell'anno. Secondo gli economisti, il dato di novembre non è da interpretare come il segnale di un'inversione di tendenza, che resta positiva, ma certamente segnala come l'ultimo trimestre dell'anno appena concluso rivelerà un assestamento dell'industria italiana.
"Dopo aver registrato espansioni congiunturali superiori all'1% nel secondo e nel terzo trimestre, la produzione industriale è rimasta probabilmente ferma nel quarto", sintetizza Paolo Mameli, economista di Intesa Sanpaolo. Nell'intera zona euro, a novembre la produzione industriale ha segnato un'espansione di 1% su mese, mentre su anno la crescita è stato di 3,2%, secondo i numeri diffusi ieri da Eurostat. Particolarmente brillante la performance dell'industria tedesca, che ha segnato un balzo della produzione di 3,4% su base mensile.
Il dato odierno della produzione conferma l'idea di una crescita in rallentamento per il Pil italiano nel quarto trimestre dello scorso anno: dopo il +0,4% segnato tra luglio e settembre, secondo Loredana Federico, economista di UniCredit, il Pil si è assestato a un +0,3% trimestrale tra ottobre e dicembre. Sostanzialmente in linea le previsioni di Mameli, che mostra però una maggiore prudenza: "Per il quarto trimestre ci aspettiamo una crescita tra 0,2 e 0,3%, e a questo punto è più probabile sia nella parte bassa della forchetta". Nella media del 2017 il Pil dovrebbe essere cresciuto intorno a 1,5%, in linea alle attese del governo, il risultato migliore del 2010.
Per il settore industriale italiano l'anno appena iniziato si prospetta comunque positivo. "Dopo l'assestamento del quarto trimestre del 2017, il 2018 dovrebbe cominciare bene, dalle indagini di fiducia e dai dati sul fatturato non si vedono inversioni di tendenza", aggiunge Mameli. Le incognite principali riguardano l'impatto del recente apprezzamento dell'euro e il rischio che le elezioni in agenda all'inizio di marzo possano aprire una fase d'instabilità politica.