I datori faticano a trovare personale - Archivio
L'indagine ManpowerGroup Employment Outlook Survey (Meos) registra prospettive di assunzione
positive in Italia per il terzo trimestre del 2021. Con il 15% dei datori di lavoro che prevede un aumento delle assunzioni, il 6% che prevede una diminuzione e il 75% che non prevede alcun
cambiamento, il risultato dell'Employment Outlook netto è del +9%. Le prospettive di occupazione, al netto degli aggiustamenti stagionali, sono al +7%. Le previsioni di assunzione migliorano di otto punti percentuali rispetto al trimestre precedente e di 11 punti percentuali rispetto allo stesso trimestre di un anno fa.
Il mercato del lavoro più in crescita si prevede nel Nord Est, dove i datori di lavoro annunciano importanti piani di assunzione con una previsione di occupazione netta pari al +10%, dato che praticamente si conferma anche nel Centro Italia e nel Nord Ovest (+9%). Minori le prospettive di assunzione per il Sud
e le Isole, che si attestano al +4%. Le previsioni maggiori di assunzione si rilevano nel settore commercio all'ingrosso e al dettaglio, con una previsione di occupazione netta del +14%. Le prospettive si attestano al +12% nel settore costruzioni, mentre nei settori altri servizi e manifatturiero si registrano intenzioni di assunzione rispettivamente del +9% e del +7%. Le prospettive di assunzione più deboli vengono infine registrate nel settore ristoranti e hotel, dove i datori prevedono una diminuzione delle assunzioni del 5%.
Per dimensioni, i datori di lavoro delle grandi imprese prevedono un positivo aumento delle aspettative di assunzione nel prossimo trimestre, con una prospettiva di occupazione netta del +22%, quelli delle medie e piccole imprese si aspettano un aumento favorevole delle assunzioni con previsioni del +6% e +7%. Tuttavia, i datori di lavoro delle microimprese si aspettano di ridurre il livello di occupazione del 2%.
Quasi sette datori di lavoro su dieci (69%) a livello globale segnalano difficoltà nell'assumere nuovo personale, il dato più alto mai raggiunto dal 2006. I datori di lavoro europei stanno incontrando le maggiori difficoltà in Francia (88%), Romania (86%), Italia (85%), Svizzera (83%), Belgio (83%) e Turchia (83%).