Potrebbe partire entro fine anno l'action plan del governo contro la disoccupazione. Un 'cervellone' nazionale con i dati su domanda e offerta di lavoro, rating di occupabilità e assegno di ricollocazione sono i primi tre passi chiave del piano d'azione dell'Agenzia per le politiche attive per il Lavoro, Anpal, istituita con il Jobs act. Il tutto a costi ridotti, nelle intenzioni del governo, e tagliando costi legati a repliche e sovrapposizioni in linea con una nuova filosofia nella lotta disoccupazione: incoraggiare la ricerca di un posto di lavoro e superare la logica della dipendenza dal sussidio."Lavoriamo alla creazione di un sistema che permetta l'accesso e l'interconnessione tra le diverse banche dati del paese, nazionali e territoriali, pubbliche e private. La prima misura che arriverà in porto, auspichiamo entro fine anno è l'assegno di ricollocazione - spiega
Maurizio Del Conte, presidente dell'Anpal -. Basta alla Babele informativa e all'isolamento del mercato del lavoro. Si tratta di un'infrastruttura immateriale poco costosa che ci allinea alle prassi degli altri paesi europei avanzati. In Italia tutto questo a oggi non esisteva: la detenzione dei dati era una forma di potere e costituiva di fatto un'interdizione dal mercato del lavoro. Oggi diciamo basta alla parcellizzazione".Il nuovo sistema 2.0 metterà in comune le informazioni di tutti gli organi coinvolti: dall'Inps al ministero del Lavoro, dall'Istruzione a tutti i Centri di impiego territoriale, pubblici e privati. Sul sito dell'Anpal il disoccupato inserirà tutti i dati richiesti che serviranno a creare il suo profilo occupazionale e una sorta di rating, un indicatore di occupabilità che terrà conto di competenze, area geografica, scolarizzazione, durata disoccupazione eccetera, che gli dà diritto all'assegno di ricollocazione, che parte dopo quattro mesi di Naspi.Bonus tanto più alto quanto più fragile è la posizione del senza lavoro. "Tanto più alta è la distanza del disoccupato dal mercato del lavoro, tanto più elevato sarà l'assegno e quindi l'aiuto a rientrare nel mercato", commenta il giuslavorista. "Uno strumento questo per colmare il gap che porta alla disoccupazione di lunga durata - osserva - una misura proporzionata alle esigenze del richiedente". I tempi? Gli addetti ai lavori sono già all'opera per produrre risultati concreti una volta approvati il resto delle norme. "Manca la normativa secondaria, che ci auguriamo venga approvata entro giugno e puntare a partire con l'attivazione della banca dati, il profiling e l'erogazione degli assegni entro il 2016", auspica il presidente Anpal.Quanto alle risorse andranno progressivamente spostate dagli ammortizzatori alle politiche attive, ma nella prima fase occorre un uso più efficiente dei fondi da parte delle regioni. Progetto tutt'altro che facile però e che si scontra con delle resistenze a livello territoriale. "Serve una svolta culturale, bisogna smantellare i feudi perché fino ad oggi gli ammortizzatori erano uno strumento di consenso". Certo è che questo "nuovo corso introduce un cambio di prospettiva: una volta il futuro di chi perdeva il lavoro era l'ammortizzatore sociale, oggi è cercare un nuovo posto di lavoro". Quindi "la Naspi dura di meno e presuppone l'attivazione del lavoratore o si rischia la revoca dell'ammortizzatore". Del Conte cita solo due cifre da cui emerge tutta la contraddittorietà delle vecchie politiche: "Oggi spendiamo 25 miliardi in ammortizzatori e cinque miliardi per le politiche attive. Pensate invece a quanti posti di lavoro potremmo creare con questi 25 miliardi. È una rivoluzione culturale. Qui c'è la ripartenza del Paese". E non manca un messaggio ai sindacati: "Ho trovato un sindacato disponibile. Li aspetto, però, quando dovremo gestire crisi aziendali con questa nuova prospettiva", conclude Del Conte.