Donald Pols, direttore di Milieudefensie, esulta con una copia della sentenza del Tribunale dell'Aja - Reuters
Il Tribunale dell’Aja ha dato ragione all’associazione ambientalista Milieudefensie – la sezione olandese di Friend of the Earth – che nel 2019 aveva chiesto di obbligare Shell a tagliare le emissioni di anidride carbonica. I giudici hanno stabilito che l’azienda, uno dei più grandi gruppi petroliferi del mondo, entro il 2030 dovrà ridurre le sue emissioni di CO2 del 45% rispetto ai livelli del 2019 e di sforzarsi di ottenere un’analoga riduzione delle emissioni di clienti e fornitori.
Milieudefensie si era rivolta al giudice sulla base del principio che Shell dovesse allineare le sue attività e i suoi investimenti in base all’accordo sul clima di Parigi: quindi azzerare le emissioni nel 2050 e ridurle drasticamente da subito. Nel tempo altre sei organizzazioni ambientaliste, e 17mila cittadini olandesi, hanno appoggiato la causa. Il giudice ha definito «enormi» le emissioni del gruppo e ha deciso che l’azienda ha «l’obbligo» di ridurle.
Shell aveva risposto che non c’era una base giuridica per questo caso, perché gli impegni di Parigi riguardano i governi. Shell farà appello contro questa richiesta, ma per le leggi olandesi l’ordine diventa subito operativo e quindi l’azienda dovrà rapidamente presentare un piano su come intende raggiungere questo obiettivo. L’azienda a febbraio aveva aumentato i suoi obiettivi di taglio delle emissioni a febbraio, impegnandosi a una riduzione della propria impronta di carbonio netta rispetto a una previsione del 2016 del 20% entro il 2030, del 45% entro il 2035 e del 100% entro il 2050. Ora dovrà muoversi per obiettivi più ambiziosi.
«Questa è davvero una grande notizia e una gigantesca vittoria per la Terra, i nostri figli e per tutti noi – ha commentato Donald Pols, direttore di Milieudefensie –. Il giudice non lascia dubbi: Shell sta causando un pericoloso cambiamento climatico e ora deve smetterla in fretta».