Lo scenario di una possibile uscita dall’euro «è sul tavolo». Mentre le preoccupazioni sugli sviluppi finanziari della Grecia crescono di giorno in giorno, piomba il pesantissimo monito della commissaria europea Maria Damanaki. Non c’entra con i conti pubblici, è infatti responsabile della Pesca, ma quel che qui importa è che è il "rappresentante" ellenico nell’esecutivo Ue. Le sue parole, pubblicate sul suo sito personale in greco, sono chiare quanto lapidarie: «La più grande conquista per la Grecia del Dopoguerra, l’euro e la via europea, è a rischio. Lo scenario di un’uscita della Grecia dall’euro è ora sul tavolo. Sono costretta a parlare apertamente, dobbiamo vedere chiaramente il dilemma: o attuiamo il programma di duri sacrifici concordato con i nostri creditori, assumendoci le nostre responsabilità per il nostro passato, oppure torneremo alla dracma. Tutto il resto, nelle condizioni attuali, è secondario».La dichiarazione, nero su bianco della Damanaki ha colto di sorpresa la Commissione Europea. «Posso solo dire – ha dichiarato ad
Avvenire Amadeu Altafaj, portavoce del commissario agli Affari economici e monetari Olli Rehn – che lo scenario dell’uscita di scena della Grecia non è mai stato sul tavolo dei ministri delle finanze, ed è quella la sede in cui si discute della stabilità finanziaria dell’eurozona». In realtà è chiaro che la commissaria ellenica stava soprattutto lanciando un monito in patria: ieri l’opposizione ha annunciato una dura battaglia contro le misure che si accinge a prendere il premier Giorgios Papandreou, il quale ha pure dovuto smentire voci di un presunto referendum sui tagli. Del resto, spiegano fonti comunitarie ad Avvenire, «il problema è che anche il Pasok è il governo sono divisi, Papandreou e il ministro delle Finanze Giorgios Papaconstantinou stanno facendo una difficilissima battaglia interna per far passare le misure». Il tutto mentre l’insoddisfazione dell’Europa cresce nei confronti di Atene, ieri Altafaj ha spiegato che del piano da 6 miliardi di euro per il 2011 con la privatizzazione tra l’altro dei porti del Pireo e di Salonicco, annunciato martedì, a Bruxelles «non sono stati comunicati i dettagli». A rischio, la tranche di aiuti da 12 miliardi di euro prevista per metà giugno. Se salterà perché non ci sono le condizioni, hanno detto chiaramento Papandreou e Papaconstantinou, la bancarotta è inevitabile.Il futuro della Grecia è soltanto «nel quadro dell'euro» e non c'è «alcuna discussione» di un'eventuale uscita dalla moneta unica. Lo ha detto il portavoce del governo greco Georges Petalotis, rispondendo alla domanda dei giornalisti se nei negoziati per risolvere la crisi del debito figuri anche l'ipotesi di un abbandono della divisa unica.