Non usa giri di parole Lorenzo Bini Smaghi, consigliere della Bce: ristrutturare il debito greco sarebbe un «suicidio politico». Il membro del comitato esecutivo che guida l’Eurotower è intervenuto ieri sul tema più caldo nel corso di un convegno a Firenze, mentre i «colleghi» a Francoforte continuano a fare quadrato contro ogni ipotesi di insolvenza pilotata. Resistendo soprattutto alle pressioni tedesche "extra-Bce" in tale direzione. La Banca centrale europea ha del resto già prestato decine di miliardi a Grecia, Irlanda e Portogallo, e ha in pancia altrettanti miliardi di titoli che rischiano di perdere gran parte del proprio valore. La sola esposizione verso Atene, in parte coperta da «collaterale», è valutata in quasi 200 miliardi. Juergen Stark, membro tedesco del "board", ha rafforzato l’ammonimento di Bini Smaghi: una ristrutturazione «non sarebbe la soluzione dei problemi», ha ricordato. E al coro si è aggiunto anche il connazionale Ewald Nowotny: la ristrutturazione «avrebbe immediatamente massicce conseguenze per il sistema bancario». Come spiega nel suo ultimo studio (
Il fallimento degli Stati sovrani nell’Unione europea) Leszek Balcerowicz – ex ministro delle Finanze polacco, ex presidente della Banca centrale polacca e ideatore della "terapia choc" che ha portato il suo Paese in Europa – «ci sono altri modi per ristrutturare un debito sovrano. Modi non "ostili" come invece quello scelto qualche anno fa dall’Argentina e di cui in Italia si pagano ancora le conseguenze. Ricordo l’esperienza polacca – continua –: grandi riforme strutturali, dialogo costante con i creditori esteri e così abbiamo portato in pochi anni il debito sotto il 50%».Meglio quindi dare più tempo alla Grecia per ripagare il pacchetto di aiuti concesso da Ue e Fondo monetario. Fra Bruxelles, Francoforte ed Atene si discute febbrilmente sulle modalità con cui affrontare la crisi. L’ipotesi più accreditata è una nuova fetta di aiuti dopo i 110 miliardi accordati lo scorso anno. Sono circolate voci di una nuova tranche da 60 miliardi, ma l’indiscrezione rilanciata dal
Wall Street Journal non ha trovato ancora conferma. Alcuni funzionari europei hanno spiegato invece che le opzioni potrebbero includere l’estensione dei prestiti in scadenza e l’accesso per la Grecia al fondo di salvataggio della Ue, lo European Financial Stability Facility (Efsf). Intanto il commissario Ue agli Affari economici e monetari, Olli Rehn, ha chiarito che sarà comunque l’Ecofin, nelle prossime settimane, a decidere il nuovo piano di rifinanziamento per il 2012. «È presto per indicare cifre precise – ha osservato Rehn – perché ad Atene è in corso da alcuni giorni una missione Ue/Fmi che durerà fino alla prossima settimana e che dovrà dare una valutazione aggiornata sulla sostenibilità del debito».Anche per il cancelliere tedesco, Angela Merkel, è necessario aspettare comunque la conclusione della missione della "troika" Ue-Bce-Fmi prima di prendere qualsiasi decisione. Gli ispettori sono arrivati ieri ad Atene per verificare l’attuazione delle misure di austerità poste come condizione del pacchetto di aiuti da 110 miliardi.Spinto in ogni caso dalla possibilità di un nuovo sostegno ad Atene, l’euro ha riguadagnato ieri quota 1,43 sul dollaro. Stesso stimolo per le Borse, che hanno chiuso in netto rialzo.