lunedì 9 maggio 2011
L'agenzia di rating Standard & Poor's ha tagliato il giudizio a lungo termine sul debito a «B» dal precedente «BB-», aggiungendo che il giudizio potrebbe essere ulteriormente rivisto al ribasso. Dura la prima reazione greca che ha marchiato come «senza ragioni» l'ulteriore riduzione del rating.
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L'agenzia di rating Standard & Poor's ha tagliato il giudizio a lungo termine sul debito della Grecia a «B» dal precedente «BB-», aggiungendo che il giudizio potrebbe essere ulteriormente rivisto al ribasso. Il giudizio sul debito a breve è stato invece abbassato a «C» dal precedente «B». Entrambi restano in creditwatch negativo. L'agenzia precisa come l'azione rifletta le attese di uno slittamento delle scadenze del debito di 80 miliardi di euro raccolto dalla Commissione europea.LA REAZIONE: «INGIUSTIFICATO»Dura la prima reazione del governo greco che ha marchiato come «senza ragioni» l'ulteriore riduzione del rating operato da S&P. Il declassamento «arriva in un momento in cui non ci sono stati nuovi sviluppi negativi o decisioni» è quanto si legge in una nota diffusa dal ministero delle Finanze di Atene. Secondo il ministero le decisioni «dovrebbero essere basate su dati oggettivi, su annunci dei politici e su valutazioni realistiche delle condizioni dell'economia e non su 'rumor' di mercato e articoli di stampa». Inoltre, Atene ha deciso di affilare le armi contro il settimanale tedesco Der Spiegel, reo di aver diffuso la notizia («semplicemente falsa», per Atene) secondo cui la Grecia sarebbe pronta a uscire dall'euro per uscire dall'impasse provocata dall'ingente debito pubblico. Secondo fonti del ministero della Giustizia greco, le autorità avrebbero aperto un'inchiesta contro la testata: l'accusa è la pubblicazione di «notizie false» che potrebbero creare disordini sui mercati. Intanto, però, dalla Germania rilanciano: anche Bild si schiera a favore dell'abbandono dell'euro da parte della Grecia con un editoriale dal titolo Bye, bye, Grecia. La Grecia, scrive in un editoriale il giornale più letto della Germania, «non riesce a rimettere in piedi la propria economia», «non ripagherà mai il suo enorme debito e questo aumenterà la pressione sui propri creditori, incluse le banche tedesche, per rinunciare a una parte dei debiti». «L'euro è indispensabile per l'Europa, ma Eurolandia non dipende dalla Grecia», commenta il giornale: «Se la Grecia non vuole più l'euro, non si dovrebbe costringerla a rimanere». TRICHET: BILANCI DA MIGLIORARECiò nonostante, «i bilanci pubblici dei paesi avanzati devono essere progressivamente migliorati», ha ribadito una volta ancora, proprio lunedì mattina, il presidente della Bce, Jean Claude Trichet. Facendo implicitamente riferimento a paesi come Grecia, Portogallo e Spagna, Trichet ha ricordato che la crisi del debito nei paesi avanzati è il problema più grosso, mentre in quelli emergenti il rischio è il «surriscaldamento dell'economia» (con effetti indesiderati sotto il profilo dell'inflazione) legato alla crescita eccessiva. BORSE SOTTO PRESSIONELe piazze finanziarie europee hanno vissuto una giornata difficile, con gli investitori che tengono gli occhi puntati sulla delicata situazione finanziaria della Grecia. A metà giornata, Parigi scivola dell'1%, Londra dello 0,54% e Francoforte dello 0,87%. A Milano il Ftse Mib perde l'1% e il Ftse All Share lo 0,99%. Vanno giù le azioni delle banche con le Unicredit particolarmente deboli (-2,15%). Mediaset scivola del 2,3%, pagando il giudizio negativo di Citigroup. Sono invece gettonate le StM (+1%) e stanno rialzando la testa le Pirelli (+0,36%). Tra le società fuori dal paniere principale, volano le Zucchi (+16%), dopo che Gianluigi Buffon e alcuni membri della famiglia Zucchi hanno raggiunto l'accordo per sottoscrivere il 45,1% delle azioni dell'aumento di capitale da 15 milioni.
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