Per un convegno dei Giovani di Confindustria sarà una novità assoluta, una piccola rivoluzione: al prossimo appuntamento di Capri, alla fine di ottobre, i politici non parleranno. L’annuncio è arrivato ieri dal presidente degli imprenditori under 40 Jacopo Morelli. «Non inviteremo politici sul palco, li chiameremo solo ad ascoltare», ha affermato, perché «non pretendiamo risposte positive ad ogni nostra richiesta, ma non vogliamo neanche essere presi in giro. Non siamo più disponibili a organizzare passerelle per qualcuno, il Paese è stanco».È un segno ulteriore della delusione degli industriali verso le scelte del governo, proprio mentre Confindustria, Rete imprese Italia (artigiani e commercio), Alleanza delle cooperative, Abi (banche) e Ania (assicurazione) presentano oggi quel Manifesto per lo sviluppo che suona come un ultimo appello e insieme una presa di distanza dalle politiche dell’esecutivo. L’intesa raggiunta ieri tra le associazioni compatta il mondo economico su un’agenda comune per la crescita. L’iniziativa è partita da Emma Marcegaglia, che ha lanciato un «Patto per salvare l’Italia» avvertendo il governo che in mancanza di risposte concrete il dialogo verrà chiuso: «Non saremo più disponibili, scindiamo le nostre responsabilità». Sono cinque i punti del documento di partenza portato al tavolo con le altre associazioni, dove è stato limato e arricchito: la priorità è la riforma fiscale per abbassare le tasse su lavoratori e imprese, con la disponibilità ad accettare una patrimoniale. Poi infrastrutture, privatizzazioni, liberalizzazioni, pensioni. Il documento, che sarà presentato oggi dai leader delle cinque associazioni, rafforza il pressing per interventi a favore della crescita di carattere strutturale e strategico. Su diversi punti potrebbe poi essere trovata un’intesa anche con i sindacati. Dal mondo imprenditoriale si moltiplicano così i segnali di stanchezza e disagio. Sulle quattro proposte lanciate a giugno a Santa Margherita, si sono avute promesse, «rassicurazioni e zero risposte», racconta Morelli, da pochi mesi presidente degli imprenditori "junior". Da qui la decisione di stoppare i politici al prossimo convegno. Un «no alle passerelle» che riguarda maggioranza e opposizione ma che graffia soprattutto il governo: gli interventi conclusivi dal palco erano riservati al premier o al ministro dell’Economia.