venerdì 9 gennaio 2009
Svolta nella guerra del gas tra Ucraina e Russia. Gazprom: «Oggi firmeremo un accordo, imminente il ripristino forniture a Ue». Intanto gli osservatori europei sono al lavoro a Kiev per monitorare la situazione.
COMMENTA E CONDIVIDI
Già da oggi è possibile il ripristino delle forniture di gas russo all'Europa. Lo fa sapere l'amministratore delegato di Gazprom, Alexei Miller, secondo il quale in giornata «contiamo di firmare il protocollo d'intesa e dopo riprenderemo immediatamente a pompare gas nei tubi». A sbloccare la situazione, ieri sera, è arrivato il via libera del premiar russo Vladimir Putin al riconoscimento degli osservatori europei e stamane la società ucraina del gas Naftogaz ha detto sì alla presenza di osservatori russi.Intanto un portavoce della commissione Ue fa sapere che, dal momento in cui Mosca farà ripartire il flusso di metano verso l'Ucraina, «ci vorranno almeno tre giorni perché riprendano le forniture di gas verso i confini dell'Ue e i consumatori europei». Gli osservatori europei incaricati di monitorare la ripresa delle forniture di gas russo verso l'Unione europea hanno intanto già iniziato a lavorare nella capitale ucraina. «La squadra - dice la commissione Ue in un comunicato - ha iniziato a lavorare alla centrale Ukrtransgas di Kiev». «Ciòsignifica - prosegue la nota - che ci sono tutte le condizioni concordate tra l'Unione europea, la Russia e l'Ucraina per l'immediato ripristino delle forniture della Russia ai clienti europei». La squadra degli osservatori è composta di 20 persone (tra cui anche dei tecnici italiani), inclusi gli esperti delle principali società erogatrici di gas e dovrà verificare, sulla base di valutazioni indipendenti, i dati riguardanti i flussi di gas forniti all'Ucraina e che dovranno arrivare ai consumatori europei. A Kiev è arrivato anche il premier ceco Mirek Topolanek, che oggi incontrerà i leader ucraini e domani volerà a Mosca per un colloquio con il premier russo Vladimir Putin. Entrambi i vertici verteranno sulla crisi del gas. «Accolgo con soddisfazione la proposta da parte dell'Unione Europea di invio di osservatori internazionali esperti di energia e di relative misurazioni in Ucraina e in Russia, al fine di porre le basi per una rapida soluzione della controversia tra i due Paesi - ha dichiarato l'amministratore delegato di Eni, Paolo Scaroni. La svolta di giovedì. Giovedì è stata la giornata della svolta nella guerra del gas tra Mosca e Kiev, con i numeri uno di Gazprom, Aleksei Miller, e di Naftogaz Ukraina, Oleh Dubyna, che si sono incontrati col presidente dell'Europarlamento, Hans Gertpottering, per uno scambio di vedute sugli sviluppi della crisi. Al termine dell'incontro fonti Ue avevano assicurato che tra i due Paesi era in corso una trattativa, e che con ogni probabilità l'esito sarebbe stato confermato dalla partenza di osservatori Ue per l'Ucraina, al fine di verificare la situazione del transito del gas dalla Russia. Pochi minuti dopo il vice premier ucraino, Grygoriy Nemyria, ha confermato la notizia, assicurando che già oggi gli osservatori europei indipendenti saranno a Kiev. «Il nostro accordo con l'Unione europea è che quando gli osservatori arriveranno in Ucraina e avranno accesso ai siti interessati, noi riprenderemo immediatamente le forniture di gas verso l'Europa, al cento per cento». Lo aveva detto il numero uno di Gazprom, Aleksei Miller, al termine dell'incontro con il presidente del Parlamento europeo. Scajola: «Italia al sicuro». Situazione sotto controllo in Italia, almeno secondo quanto dichiarato dal ministro Scajola: «Gli stoccaggi sono consistenti, anche verificando le medie delle temperature degli ultimi 40 anni, possiamo dire che siamo tranquilli e non in emergenza». Così si è espresso, al termine della riunione del Comitato di emergenza per la crisi del gas, il ministro per lo Sviluppo economico, spiegando che la prossima riunione è stata convocata per martedì 13 gennaio ma, ha sottolineato, «mi auguro che non sia necessario farla perché il problema è stato risolto prima». Scajola ha ricordato che prima della stagione invernale c'erano «14 miliardi di metri cubi di gas di scorte». Che sono «state intaccate per una piccola parte e sono in grado di garantire il sistema per un periodo lungo, sicuramente più lungo della risoluzione della crisi. Arriverà prima il gas russo che la fine delle scorte», ha assicurato Scajola.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: