martedì 17 dicembre 2019
Il 72% degli Hr manager sta già implementando progetti di mobile learning, esplorando anche il gaming (16%), per puntare a incrementare il coinvolgimento dei dipendenti
Formazione linguistica sempre più on line
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La formazione linguistica si conferma prioritaria all’interno delle aziende, soprattutto se praticata con il supporto di piattaforme innovative di e-learning e mobile learning. Da una ricerca realizzata da Fluentify, società con sedi a Torino, Londra, Milano e Roma e attiva nel settore della formazione aziendale, tramite la sua innovativa piattaforma di tutoring on line per l’apprendimento delle lingue, emerge che oltre l’88% degli intervistati - Hr manager di medie e grandi dimensioni - attribuisce una elevata priorità alla formazione linguistica in azienda. Non solo, la competenza linguistica viene considerata un aspetto abilitante nell’avanzamento della carriera. Il 50% degli HR manager sostiene che saper padroneggiare una o più lingue straniere è un vantaggio competitivo per chi desidera intraprendere un percorso di crescita professionale.

Il digitale amplifica e potenzia la formazione in azienda dando una spinta verso l’efficienza e l’efficacia ed è considerato un fattore abilitante per guidare il cambiamento. Il concetto di aula classica, sebbene rimanga la soluzione scelta dal 18% degli intervistati, pian piano viene sostituito da una proposta formativa “blended” che abbina alla lezione in aula il corso on line, fino a lasciare il posto a una formazione supportata da piattaforme digitali, molto più efficace e su misura. Il 72% dei partecipanti sostiene infatti che la propria azienda stia implementando progetti di mobile learning, esplorando anche soluzioni aziendali come il gaming (16%) che puntano a incrementare l’engagement dei dipendenti. Anche il microlearning, con formazione su contenuti molto verticali, che possono colmare in breve tempo la mancanza di competenze specifiche, è tra le modalità innovative su cui le aziende si stanno focalizzando. Flessibilità ed accessibilità, costo, qualità del tutor, customizzazione del piano formativo, possibilità di monitorare i progressi, interattività sono, infatti, nell’ordine le caratteristiche valutate nella scelta di un fornitore per la formazione linguistica aziendale. Per quanto riguarda le lingue su cui si decide di investire, l’inglese rimane la lingua predominante, seguita dal francese (32%), dallo spagnolo (20%) e dal tedesco (16%). Percentuali che rispecchiano i principali Paesi destinatari delle esportazioni italiane.

In un contesto come quello odierno dove gli HR hanno sempre di più l’esigenza non solo di attrarre e ma anche di trattenere i nuovi talenti, la formazione viene considerata dal 100% dei partecipanti un elemento che contribuisce positivamente alla retention aziendale e dal 92% come fattore positivo per attrarre talenti. Non solo dunque uno stipendio adeguato, benefit aziendali e smart working, ma anche la possibilità di costruire un percorso formativo su misura e personalizzato che garantisca una crescita professionale continua.

Nonostante la crescente necessità delle aziende di investire nelle competenze linguistiche del proprio personale, la percentuale del budget dedicato alla formazione linguistica rispetto al totale del budget destinato alla formazione si attesta tra il 15% e il 30%. Il 17% reputa sostenibile un budget a persona superiore a 1000 euro, il 30% una fascia tra i 200 e 500 euro per la formazione di un dipendente, così come il 30% è disposto a spendere tra i 500 e i 1.000 euro. Per far fronte alla scarsa disponibilità di budget delle aziende, intervengono i programmi di formazione finanziata: l’ 80% delle aziende partecipanti al sondaggio vi aderisce - in particolare a Fondimpresa e Fondirigenti.

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