Il governo non ha mantenuto le promesse dell’equità e di misure per la crescita e questa politica «sta determinando una situazione sociale insopportabile». Susanna Camusso mantiene alta l’offensiva sull’esecutivo e conferma che lo sciopero generale annunciato sarà effettuato anche dopo il «passo indietro» sull’articolo 18 . Il segretario della Cgil, che ha parlato alla manifestazione di ieri a Roma, non rinuncia tuttavia all’obiettivo di una mobilitazione unitaria con Cisl e Uil sui temi del fisco e dello sviluppo. Raffaele Bonnanni conferma l’interesse a un’iniziativa comune, ma frena sullo strumento dello sciopero.Al pressing sindacale fa riscontro in serata un’apertura del ministro Elsa Fornero sulla questione degli esodati, uno dei fronti di maggiore polemica. Il responsabile del Lavoro invita i leader confederali a un incontro per affrontare il problema di quei lavoratori che hanno lasciato l’impiego ma non hanno diritto alla pensione dopo l’allungamento dell’età per il ritiro. In una lettera il ministro conferma che il governo sta valutando «interventi specifici» e non esclude per i più lontani dalla pensione il ritorno al lavoro.
La lettera. Sul tema degli esodati il ministro intende «fugare dubbi e incretezze» e precisa nella lettera come la stima sulle 65mila persone interessate – che aveva innescato un duro scontro tra le parti sociali e l’esecutivo – riguardasse i soli «salvaguardati», cioè i lavoratori per i quali è già prevista dalla legge la possibilità di accedere alla pensione con le vecchie regole. Una platea che non esaurisce il caso perché ci sono altri lavoratori che «in base ad accordi collettivi» avevano previsto al termine di un periodo di Cig o mobilità «l’accesso al trattamento pensionistico». Ed è per questi che Fornero pensa a «interventi specifici», valutando «misure volte a garantire il reddito nei casi di maggiore problematicità». Ma auspica anche, per coloro che sono ancora lontani dall’eta di riposo, di trovare «nuove opportunità occupazionali». Il ministro si augura «soluzioni condivise» pur «in un quadro di compatibilità finanziaria». Dai sindacati arrivano apprezzamenti per il segnale di apertura. Sul merito dei problemi le distanze andranno però verificate al lavoro di confronto e non è detto che le soluzioni tratteggiate soddisfino le associazioni.
La protesta. Lo sciopero di quattro ore di ieri a Roma era stato indetto nel’ambito di un pacchetto di 16 ore per protestare contro la riforma dell’articolo 18. Dopo le modifiche introdotte nel ddl, a partire dalla possibilità di reintegro per i licenziamenti economico ingiustificati, Susanna Camusso conferma il giudico positivo sul «passo indietro del governo» ascrivedolo alla «mobilitazione dei lavoratori». Le motivazioni dello sciopero generale annunciato il mese scorso restano valide, secondo il segretario Cgil, perché sull’articolo 18 «la partita è ancora aperta» e occorre «vigilare» su un provvedimento «molto debole sia sulle forme di ingresso sia sulla universalità degli ammortizzatori sociali», perché il ddl rischia di essere «peggiorato ulteriormente» a seguito dell’«offensiva delle imprese». Inoltre, aggiunge, la riforma targata Fornero con le sole «regole» non crea «neanche un posto» di lavoro, e «non c’è bisogno di essere professori o scienziati» per capirlo.Il numero uno della Cgil tiene alto il tono della protesta, spinta anche dalla minoranza interna guidata dalla Fiom, ma si rivolge poi a Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti (sia Cisl che Uil hanno avviato un percorso di mobilitazione) chiedendo una iniziativa unitaria per l’occupazione, la riduzione delle tasse e politiche di sviluppo. «Il governo si era presentato all’insegna di rigore, crescita ed equità», afferma il documento approvato dal direttivo, invece ha realizzato provvedimenti «non equi e senza crescita». «I problemi sono molti e non si può fare uno sciopero al giorno», ha replicato a stretto giro di posta Bonanni, è meglio «amministrare bene le forze». Tuttavia dice sì ad iniziative unitarie per sollecitare «un patto per il Paese» che è meglio però «fare di sabato o la sera». Nei prossimi giorni i leader sindacali cercheranno di trovare un percorso comune, al quale ha mostrato interesse anche l’Ugl.