Pale eoliche sulle colline di Montefalcone di Val Fortore, nella provincia di Benevento - CC Roberto Conte via Flickr
Al ritmo che sta seguendo l’Italia sarà impossibile raggiungere l’obiettivo di disporre di 125-150 GW di capacità di energia rinnovabile entro il 2030. Nel 2022, calcola il Rapporto sulle energie rinnovabili 2023 dell’Energy & Strategy della School of Management del Politecnico di Milano, sono stati installati 526 MW di eolico e 2,5 GW di fotovoltaico. Fanno 3 GW totali, cioè il 125% in più rispetto agli impianti di energia rinnovabile completati nel 2021, ma è ancora pochissimo: con questi nuovi parchi eolici e fotovoltaici la capacità rinnovabile installata in Italia è salita a 63,6 GW, ma per raggiungere almeno 125 GW entro il 2030 si dovrebbe procedere con circa 10 GW all’anno di nuovi impianti.
Pochi Stati europei stanno riuscendo a investire sulle rinnovabili con questi ritmi, ma quei 3 GW di nuova capacità rinnovabile italiana sono un dato lontanissimo dai 10,7 GW installati nel 2022 in Germania, la metà dei 5,9 GW della Spagna e molto meno anche dei 5 GW della Francia (che nel mix inserisce anche però il nucleare).
«Il tempo che rimane da qui al 2030 è poco – ha commentato presentando il rapporto Davide Chiaroni, vicedirettore di Energy&Strategy – e senza un’accelerazione ci troveremo con una copertura del fabbisogno elettrico da rinnovabili di solo il 34%, contro il 65% richiesto dal Fit-for-55 e i target ancora più alti di REPowerEU, che arrivano all’84% sulla generazione elettrica nazionale. Quello che manca sono soprattutto i grandi impianti, con un coefficiente di saturazione per le aste che negli ultimi 4 bandi non ha mai superato il 30%. A causa di questo ritardo non è stato possibile sfruttare l’effetto calmierante delle rinnovabili sul prezzo dell’elettricità: nel 2022 sono riuscite a “spiazzare” le fonti fossili nel determinare il prezzo di riferimento orario ma solo per l’1,7% delle ore, 63 €/MWh contro 142 €/MWh. E senza contare i picchi dovuti alla guerra in Ucraina. In più, ciò si è verificato quasi esclusivamente al Sud, mentre al Nord e al Centro Nord sono rimasti prezzi orari in media più alti del 20%».
Chiaroni ha anche ricordato che tra i problemi principali c’è l’incertezza normativa, che resta elevatissima: «L’inefficienza delle aste per le fonti di energia rinnovabile e le lungaggini degli iter autorizzativi sono tra i principali ostacoli alle installazioni da rinnovabili nel Paese. C’è un evidente disallineamento tra la velocità normativa europea e quella italiana: il mese scorso gran parte dei provvedimenti nazionali attesi per il 2022, tra cui decreti attuativi di recepimento della REDII e il Decreto FER II, non erano ancora stati promulgati, così come risultano in attesa di autorizzazione circa la metà dei progetti fotovoltaici ed eolici onshore presentati nel 2019 e il 60-65% di quelli presentati nel 2020. Le percentuali arrivano a sfiorare il 100% se si considerano i progetti del 2021 e del 2022, con un backlog complessivo di richieste che a inizio 2023 superava i 300 GW».