Oltre 39 miliardi di euro di investimenti per interventi di riqualificazione energetica, di cui 3,3 miliardi solo nel 2018, con un risparmio cumulato di circa 100 milioni di Megawattora (MWh). È questo in estrema sintesi il bilancio al 2018 di 12 anni di ecobonus, il meccanismo per incentivare l’efficienza energetica negli usi finali introdotto nel 2007. Il dato emerge dall’8° Rapporto annuale sull’efficienza energetica dell’Enea. Nel solo 2018, l’ecobonus ha consentito un risparmio complessivo di 16 milioni di MWh, pari al consumo medio annuo di energia elettrica e termica delle famiglie di una città di 2,5 milioni di abitanti. Risultati molto positivi si riscontrano anche per altre tipologie di incentivi: sempre nel 2018, il conto termico, destinato principalmente a iniziative per l’efficienza e per le rinnovabili nella Pa, ha registrato un balzo in avanti del 115% con 93 mila richieste totali e un incremento del 90% delle incentivazioni ottenute a 190 milioni di euro; il Programma di Riqualificazione Energetica della Pa Centrale Prepac ha raccolto 100 proposte progettuali per oltre 177 milioni di euro e i cosiddetti certificati bianchi per incentivare l’efficienza nelle imprese hanno comportato minori importazioni di energia elettrica e gas naturale per 14 milioni di MWh, con un risparmio di 400 milioni di euro sulla fattura energetica nazionale.
«L’efficienza energetica si conferma come una delle leve più efficaci per ridurre i consumi e la spesa per l’energia di famiglie, imprese e sempre più anche della Pa, un volano di crescita per una filiera industriale fortemente italiana - ha dichiarato il presidente dell'Enea Federico Testa -. Come Agenzia Nazionale per l’efficienza energetica l’Enea è impegnata nel promuovere la diffusione di best practice e l’utilizzo di strumenti come le diagnosi energetiche nelle imprese e l’ecobonus condomìni con la cessione del credito. Il numero crescente di grandi e piccoli player, da Eni a Enel a Snam alle utilities, che offrono servizi incentrati sull’utilizzo dell’ecobonus condomini, dimostra la bontà della nostra intuizione di due anni fa che il Parlamento ha poi saputo recepire». Nel 2018, i tre quarti delle domande di ecobonus per interventi nelle parti comuni dei condomìni hanno riguardato la riqualificazione energetica dell’involucro dell’edificio con un’incidenza superiore al 25% della superficie disperdente lorda (detrazione del 70%) e circa un quarto il miglioramento delle prestazioni energetiche invernali ed estive (detrazione del 75%). Sono inoltre stati avviati i primi interventi per accrescere la sicurezza sismica che prevedono detrazioni dell’80% o dell’85% a seconda della riduzione della classe di rischio.
«Accelerare la riqualificazione degli edifici consentirebbe di compiere per un salto di qualità, con ricadute tecnologiche, ambientali, economiche e occupazionali di grande rilievo e di avvicinare l’obiettivo di risparmio energetico al 2020 indicato dal Piano d’Azione Nazionale per l’Efficienza Energetica e dalla Strategia Energetica Nazionale», ha sottolineato Testa. Al 2018 l’obiettivo è stato centrato al 67%: a livello settoriale, il residenziale ha già superato il target indicato, l’industria è oltre la metà del percorso (54%), mentre debbono recuperare terreno i trasporti (41,6%) e il terziario, Pa compresa (25,6%).
Dai dati sull’ecobonus 2018, emerge che lo scorso anno le famiglie italiane hanno effettuato oltre 300 mila interventi di efficienza energetica, prevalentemente per sostituire i serramenti (1,2 miliardi di spesa), per coibentare solai e pareti (circa 1 miliardo) e per installare caldaie a condensazione e pompe di calore per il riscaldamento invernale (circa 800 milioni). Circa il 77% degli investimenti (2,56 miliardi di euro su oltre 3,3) riguarda edifici costruiti prima degli anni ‘80. In particolare, circa il 35% delle risorse (oltre 1,1 miliardi di euro) è stato destinato all’edilizia anni ‘60. Il 36% degli investimenti (oltre 1,2 miliardi di euro) ha riguardato una costruzione isolata (ad esempio una villetta mono o plurifamiliare), mentre più del 50% delle risorse (pari a oltre 1,7 miliardi di euro) ha interessato interventi su edifici in linea e condomìni con più di tre piani fuori terra. Sempre nel 2018, primo anno di monitoraggio del bonus casa (detrazione al 50%) sono stati effettuati 500 mila interventi con un risparmio complessivo di 700 mila MWh.
Dalle stime sull’impatto occupazionale nel quadriennio 2013-2016, gli investimenti incentivati (sia per la riqualificazione energetica che per il recupero edilizio) hanno generato complessivamente circa 270mila posti di lavoro diretti ogni anno, che arrivano a oltre 400mila considerando anche l’indotto.