Laboratorio per bambini all’interno degli spazi della fondazione Human Safety Net, fondazione creata da Generali - Generali
Il primo punto è fondamentale. «Le fondazioni devono cercare non solo di misurare l’impatto, ovvero il cambiamento positivo che creano in aree sociali e ambientali, ma devono essere anche in grado di “gestirlo”, ovvero utilizzare i dati e le informazioni raccolte a loro vantaggio. – spiega Gianoncelli - . Sapere dai dati che cosa funziona e che cosa non funziona, avere parametri per migliorare gli interventi e dirottare in modo più efficace le risorse rappresentano informazioni decisive per valutare, rivedere, affinare le proprie attività e strategie al fine di aumentare i risultati positivi e ridurre quelli potenzialmente negativi (impact management)». Da qui, per esempio, potrebbero nascere anche alcuni vantaggi economici: «Se si riesce a dimostrare ai manager dell’azienda madre - numeri alla mano – la bontà del lavoro svolto, aumentano anche le probabilità che si mobilitino risorse addizionali destinate alle attività della fondazione in futuro». Ma non è solo una questione di soldi: «C’è anche un tema di credibilità interna alla corporate – aggiunge la direttrice della ricerca e dei programmi di Impact Europe -. Occorre essere sicuri di testimoniare il valore aggiunto della fondazione per avere più ascolto e peso dentro il gruppo aziendale».
Si sta lavorando soprattutto su alcuni fronti: «Informazioni sui dati anche per aumentare la dote di risorse dalla casa madre, maggior coinvolgimento dei lavoratori nelle attività e allineamento strategico con il gruppo»
A tal proposito l’ultimo dei tre trend principali a cui stanno lavorando le fondazioni d’impresa europea riguarda proprio la partecipazione attiva alle attività dei dipendenti dell’azienda. «Nel tentativo di massimizzare il loro impatto sociale e ambientale, gli attori corporate a impatto (ad esempio, fondazioni d’impresa e fondi aziendali di investimento a impatto) esplorano sempre più la possibilità di fornire ulteriore supporto finanziario e non finanziario alle organizzazioni che sostengono attraverso programmi di coinvolgimento dei dipendenti aziendali», segnala l’esperta.
Le tendenze e le prospettive del settore a livello europeo verranno discusse anche a fine mese, alla Impact Week di Bilbao (27-29 novembre). «Sarà un’occasione importante per incontrare idee all’avanguardia, scoprire nuovi trend e interagire con i gli attori principali della finanza a impatto europea per massimizzare il cambiamento positivo per le persone e il pianeta». Tra gli argomenti di discussione anche l’eventualità di sviluppare «sistemi di “monetizzazione” dell’impatto, dove si confronteranno esperti favorevoli a parlare la stessa lingua degli operatori finanziari tradizionali e chi invece non è d’accordo e propone di puntare su linguaggi e strumenti diversi».