Palazzo Mezzanotte, sede della Borsa italiana a Piazza Affari a Milano (Ansa)
All'indomani delle elezioni politiche, Piazza Affari ha aperto in calo dell'1,5% ma in mattinata ha recuperato almeno un punto. Al giro di boa di metà seduta, arretrava dello 0,47% a quota 21.807. Sul listino principale raffica di vendite sui bancari, i titoli più sensibili in caso di ingovernabilità: Banco Bpm -4,30%, Bper -5,26%, Intesa Sanpaolo -1,38%, Unicredit -1,99%, Mediobanca -1,14%. In caduta libera il titolo Mediaset (-6,05%) penalizzato dal deludente risultato di Forza Italia.
Intensi gli scambi, pari al doppio della media a trenta giorni. Per la Borsa milanese non c'è stato il temuto crollo, anche se è la piazza peggiore di un'Europa nel complesso positiva.
Il voto in Italia, con le incertezze legate alla mancanza di una maggioranza e alla crescita dei partiti considerati meno europeisti, viene visto con timore dagli operatori. Dopo il via libera dell'Spd a un governo di grossa coalizione in Germania, Francoforte ha aperto in calo ma ha poi virato in terreno positivo (+0,1%).
A condizionare i mercati non sono solo questioni politiche: restano i timori per l'annuncio del presidente americano Donald Trump in tema di dazi sull'acciaio e sull'alluminio. Dopo un po' di tensione iniziale, che ha fatto salire il rendimento dei titoli di Stato italiani decennali oltre il 2%, le acque si sono calmate anche per lo spread fra Btp e Bund, che sale a 136 punti, contro la chiusura a 131 di venerdì, con un rendimento in all'1,98%.
Anche l'euro non pare aver subito particolari scossoni: cambia a 1,23 rispetto al dollaro, sostanzialmente invariato sulla Piazza di Londra.