Un'iniziativa a sostegno dell'inclusione dei lavoratori - Archivio
Su 100 persone di 15-64 anni che pur avendo limitazioni nelle funzioni motorie e/o sensoriali essenziali nella vita quotidiana oppure disturbi intellettivi o del comportamento sono comunque abili al lavoro, solo il 35,8% è occupato. Il tasso medio Ue di occupazione delle persone disabili è invece superiore al 50%. Nel nostro Paese ci sono circa un milione di persone disabili disoccupate o in cerca del primo impiego, con probabilità assai scarse di trovare un posto in tempi ragionevoli. Il sistema pubblico di collocamento non riesce a realizzare più di 20/30mila inserimenti l’anno. I numeri sono ancora più drammatici per le donne, che risultano fortemente svantaggiate rispetto agli uomini (quasi il 40% rispetto al 60%); se si osserva l’area geografica, lo squilibrio è ancora più grande: la Lombardia, da sola, occupa tante persone con
disabilità quanto l’intera macro area Sud- Isole. Il Pnrr-Piano nazionale per la ripresa e la resilienza potrebbe colmare questo divario. Sui circa 1,45 miliardi di euro che il Pnrr destina attraverso tre misure alla categoria di persone fragili (in particolare anziani non autosufficienti, persone con disabilità e senza fissa dimora), sono 1,32 miliardi quelli assegnati ai territori per la realizzazione di progetti. Per quanto riguarda la misura destinata alle persone con disabilità, gli investimenti del Pnrr ammontano a 500 milioni e puntano, in particolare, all'abbattimento delle barriere architettoniche e a favorire l'inclusione lavorativa. Solo 409,7 milioni, però, sono effettivamente assegnati ai territori per questo scopo. Alle regioni del Sud più Abruzzo e Molise va il 33,6% delle risorse. «Difficile individuare un'unica causa per la mancata attribuzione dei circa 133 milioni rimanenti, ma sicuramente a incidere molto è la difficoltà dei territori nel presentare un numero di progetti sufficienti. Ancor più difficile, se non impossibile, è sapere quante delle risorse assegnate sono state poi erogate ai territori e, dunque, iniziare a monitorare l'impatto del Pnrr nelle comunità. La scarsa trasparenza sul Pnrr è infatti tra le principali criticità». È quanto emerge dal rapporto Il Pnrr, le politiche sociali e il Terzo settore, realizzato da Forum Terzo Settore e Openpolis. Alla carenza di informazioni - viene sottolineato in una nota - si aggiunge il mancato coinvolgimento del Terzo settore, che mette a rischio la qualità degli investimenti e l'efficacia degli interventi di welfare. Dal monitoraggio emerge che in otto regioni sono stati finanziati meno progetti del previsto: in totale 89 in meno rispetto agli iniziali 2.125, nonostante diverse riaperture dei termini dei bandi e scorrimenti di graduatorie per facilitare il raggiungimento degli obiettivi. Rimane disatteso anche l'obiettivo del Pnrr di destinare il 40% delle risorse al Mezzogiorno: alle regioni del Sud Italia, più Abruzzo e Molise, va infatti il 33,6% dei fondi. A livello regionale, il territorio a cui sono stati assegnati più fondi per le misure che riguardano le persone fragili è la Lombardia (circa 200 milioni di euro). Seguono Lazio (152,5 milioni), Campania (123,5 milioni) ed Emilia-Romagna (circa 107 milioni). Sempre la Lombardia, però, è anche la regione che più si distanzia dal target degli obiettivi, vedendosi approvati 312 progetti a fronte dei 392 previsti.
Il "Manifesto dell'accessibilità"
Un Manifesto dell'accessibilità per ascoltare le voci dei ragazzi con disabilità proprio sul tema dell'acceso alla cultura, alla comunicazione, allo sport, alle banche e alla gestione del denaro, alla burocrazia, all'istruzione e alla sanità. Con tante richieste alla politica. È l'iniziativa che è stata presentata al Cnel e aperta dalla vicepresidente Gianna Fracassi, illustrata dalla presidente dell'associazione e curatrice del forum Noi in Ability Garden, Serena Cecconi, che ha presentato il modello Ability Garden. Mentre i ragazzi presenti hanno letto quanto elaborato nei vari ambiti che loro vivono proponendo dei miglioramenti concreti. Un modello di inclusione che viene proposto per il secondo anno. «Abbiamo affrontato con i ragazzi, che partecipano al programma, il tema dell'accessibilità e loro hanno esternato le situazioni che trovano inaccessibili o estremamente complesse. Ci interessiamo al talento e alle abilità per un'inclusione di valore e per agevolare l'assunzione delle categorie protette, ma il posto di lavoro tanto ambito dalla persona - aggiunge Cecconi - deve essere corollato dalla possibilità di poter accedere alla vita con la massima autonomia, ecco perché abbiamo voluto dedicare questa edizione all'Atto Europeo sull'accessibilità che porterà tutti gli Stati membri entro un paio di anni all'adeguamento nei processi produttivi e nell'erogazione dei servizi per i cittadini con disabilità». Tante le richieste dei ragazzi, anche e soprattutto alla politica quella di Alessia: «Per me la cultura dovrebbe essere un'esperienza da vivere anche con le mie difficoltà, sensoriali, motorie o intellettive». Per Flavio invece l'ideale sarebbe «andare al cinema, seguire il film leggendo i sottotitoli e poter avere uno spazio dedicato alla sedia a rotelle per non metterla a lato». Per Ginevra, per la comunicazione sono necessari «spot pubblicitari e notizie accessibili ai non vedenti per mezzo di narrazioni dei prodotti/servizi presentati», mentre Cassandra vorrebbe che «tutte le pratiche sanitarie on line fossero più semplici e che la disability card avesse anche la funzione di accesso a versioni web più comprensibili».
La classifica delle migliori aziende inclusive
Great place to work Italia, che si occupa dello studio e dell’analisi del clima aziendale, ha stilato la classifica della II edizione del ranking Best workplaces for Diversity, Equity & Inclusion, ovvero le 20 migliori aziende italiane in cui i dipendenti, al di là da caratteristiche personali, ruolo ricoperto e mansioni svolte, riconoscono di lavorare in un ambiente con un’eccellente cultura organizzativa. Equità retributiva (+31%), riconoscimento di benefit particolari (+28%) e spinta nella ricerca dell’equilibrio tra lavoro e vita privata (+25%) sono i fattori chiave per ambienti di lavoro inclusivi. Per rafforzare la gestione della parità di genere all’interno delle organizzazioni Great place to work Italia e Fiabilis Consulting Group Italia Srl hanno siglato una partnership strategica. «Una maggiore diversità nella popolazione aziendale favorisce innovazione e creatività», dichiara Alessandro Zollo, ceo di Great place to work Italia. Leadership efficace, condivisione di valori significativi e solidi rapporti di fiducia instaurati dal management con tutti i dipendenti. Sono queste alcune delle caratteristiche principali in grado di migliorare la cultura aziendale in termini di diversity, equity & inclusion, massimizzando così il potenziale umano con effetti diretti su sviluppo, innovazione e crescita finanziaria di un’organizzazione. Le 20 migliori aziende italiane in grado di offrire ai collaboratori un’esperienza lavorativa capace di sviluppare al meglio il potenziale di ognuno, sono scelte dalle opinioni espresse da oltre 56mila persone di 131 imprese del Bel Paese con almeno 50 dipendenti. La ricerca completa è consultabile al seguente link: greatplacetowork-classifica-best-workplaces-for-diversity-equity-inclusion-2023. Alla base del ranking c’è il DE&I Index, un indicatore che misura quanto l’ambiente di lavoro e la cultura aziendale vengano percepiti come corretti e inclusivi da parte dei dipendenti, riguardo aspetti specifici della employee experience quali equità di trattamento, accessibilità e coinvolgimento da parte dei manager, assenza di discriminazioni basate su caratteristiche personali quali età e genere, ambiente inclusivo e accogliente, sicurezza psicologica garantita dall’azienda e possibilità di bilanciare vita personale e lavoro. Qui i Best Workplaces DE&I, con un valore pari all’88%, fanno registrare un dato superiore del +22% rispetto alle altre aziende oggetto d’indagine ma non entrate in classifica (66%). Una differenza che emerge anche rispetto ad altri parametri quali il Trust Index (92% vs 74%, +18%), indice che esprime ciò che pensano i collaboratori dell’azienda e la dichiarazione di soddisfazione generale (95% vs 76%, +19%), direttamente collegata ad aspetti come il senso d’appartenenza e l’orgoglio dei dipendenti per il luogo di lavoro. Ma quali sono le realtà aziendali più inclusive in Italia? Al primo posto troviamo Bending Spoons, impresa lombarda del settore It con sede a Milano che precede nel ranking American Express, organizzazione attiva nel settore dei servizi finanziari e assicurativi, mentre completa il podio Storeis, realtà veneta con sede a Padova che offre servizi professionali di consulenza in ambito e-commerce e omnichannel retail.
Olidata aiuta l'inclusione
Il tema dell'accessibilità è sempre più di rilievo nel mondo moderno e la tecnologia può svolgere un ruolo fondamentale nel rendere il mondo accessibile a tutti. Uno strumento che può aiutare a rimuovere le barriere fisiche, cognitive e sociali che limitano la partecipazione delle persone con disabilità nella società. Un campo in cui il Gruppo Olidata investe costantemente e attivamente. Basti pensare che, a livello globale, una persona su cinque ha una disabilità, come ricorda Cristiano Rufini, presidente del Gruppo Olidata: «Questo significa che la qualità della vita del 20% delle persone è fortemente condizionata dal contesto in cui si trova. Le azioni che noi consideriamo facili possono infatti diventare molto complesse per chi ha una disabilità. Ecco perché è necessario costruire un mondo accessibile. Dobbiamo adottare un nuovo modo di pensare rispetto allo sviluppo e alla progettazione di soluzioni e servizi, che aspirino a soddisfare requisiti di conformità legislativa e garantiscano un’esperienza completa per l’individuo e il suo benessere». Inclusione e accessibilità al mondo del lavoro per persone con disabilità sono una priorità per Olidata: «Sono orgoglioso di rappresentare un’azienda che contribuisce in modo significativo anche ai cambiamenti sociali: lavorare nel mondo It offre molte opportunità che possono fare la differenza significativa nella società e contribuire alla riduzione delle differenze sociali. Inoltre, da quest’anno sono Presidente della Fondazione Olidata, che si impegna nel perseguimento di finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale e promuove iniziative per un’equa partecipazione nella società, che riconoscano l’inclusione come uno dei diritti fondamentali di ogni individuo. La Fondazione Olidata sostiene progetti di ricerca applicata, clinica e organizzativa sulle seguenti aree: qualità di vita e dei servizi delle persone anziane e con disabilità, in particolare per quello sanitario, crescita culturale della società nel suo complesso, inclusione sociale con particolare riferimento all’inclusione lavorativa e alla qualità di vita». L’impegno del Gruppo Olidata è quello di rendere accessibile ogni processo della propria attività, a partire dalla fase di assunzione delle risorse. Per questa ragione, l’azienda ha istituito una serie di politiche e procedure per garantire che le persone con disabilità siano trattate equamente durante il processo di selezione, oltre a creare programmi di formazione ad hoc per offrire le stesse opportunità di sviluppo di carriera.
Gli investimenti della Regione Piemonte
Avviato nella primavera del 2021 dalla Regione Piemonte, il Piano per l'inserimento lavorativo di persone con disabilità è stato integrato di ulteriori 9,4 milioni di euro, raggiungendo così uno stanziamento complessivo di ben 60,6 milioni di euro per i 4 anni di riferimento, con l’obiettivo principe di continuare a garantire l’accesso, la permanenza e la qualificazione dell’occupazione delle persone con disabilità. Inserito nel contesto delle azioni di rete che il sistema regionale promuove per favorire l’inclusione socio-lavorativa, l’inserimento e il mantenimento del posto di lavoro delle persone con disabilità, il Piano si compone di due linee di intervento: una rivolta alle persone e una rivolta alle imprese che le assumeranno. Sono previste infatti misure finalizzate all’inserimento e reinserimento lavorativo, quali il Buono Servizio Lavoro, attivo da settembre 2022, ma anche il cofinanziamento di misure formative, volte a potenziare o riconvertire le competenze dei cittadini e renderle più adeguate a rispondere ai fabbisogni del tessuto economico piemontese, oltre a percorsi orientativi e formativi di raccordo nella delicata fase di transizione tra la scuola e il lavoro. Rispetto al versante imprese, per supportarle nell’inclusione di persone fragili è attivo da gennaio 2022 il Bando per l’erogazione di contributi rivolti ai datori di lavoro per favorire l’inserimento e il mantenimento del posto di lavoro delle persone con disabilità, in cui oltre agli incentivi sono previsti rimborsi per le attivazioni dei tirocini, servizi di consulenza sulla normativa vigente, contributi per l’acquisto di ausili e accomodamenti e azioni di tipo sperimentale che finanziano consulenze organizzative, coaching aziendale e sulla responsabilità sociale d’impresa. Anche quest’anno, nel mese di luglio, Regione Piemonte pubblica il report sulla situazione del collocamento mirato (l. 68/1999), in coerenza con il monitoraggio ministeriale in materia di disabilità. L'analisi delle persone iscritte al collocamento mirato presso i Centri per l'impiego piemontesi evidenzia oltre 46mila iscritti: sono in prevalenza uomini, italiani, con invalidità civile e titolo di studio medio basso, sebbene quest'ultimo dato sia in lieve miglioramento nel corso degli ultimi anni. Le aziende in obbligo di assumere persone con disabilità che hanno presentato il prospetto nel 2022 (una precisa fotografia dei posti riservati) sono 10.440; hanno a disposizione differenti modalità e strumenti per adempiere agli obblighi previsti dalla normativa vigente: oltre all'assunzione, la stipula di convenzioni (sono oltre 700 stipulate nel corso del 2022), la richiesta di esonero parziale dell'obbligo, nonché riconoscimenti e sospensioni qualora se ne manifestino le fattispecie. Per quanto riguarda le assunzioni avvenute ai fini dell'ottemperanza agli obblighi, nel corso dell'anno si rilevano circa 3mila avviamenti al lavoro, di cui il 60% a tempo determinato e il 33% a tempo indeterminato, in maggioranza nel settore dei servizi. Completa il quadro l’analisi dei tirocini, quasi 1.000 attivati nel 2022 a favore di persone iscritte al collocamento mirato; questo dato comprende tirocini sia presso ditte in obbligo sia non in obbligo ai sensi della l.68/1999. Ed è proprio su questo elemento di “obbligatorietà” che è fondamentale che chi deve assumere comprenda che avere in azienda persone con disabilità non deve essere vissuta come una mera imposizione prevista dalla normativa vigente, ma come un’opportunità. Anche per questa ragione il Piano si rivolge a tutte le imprese, non solo a quelle tenute a ottemperare agli obblighi di legge.
L'impegno di Lidl Italia
Lo scorso marzo Lidl Italia ha lanciato un’iniziativa benefica a sostegno di PizzAut, la onlus che ha dato vita al ristorante gestito da ragazzi autistici a Cassina de Pecchi (Milano). Per ogni confezione di passata di pomodoro Italiamo venduta dal 20 marzo al 2 aprile 2023, l'Insegna si è impegnata a donare 0,20 euro e a raddoppiare la cifra raccolta al termine dell’iniziativa. La donazione complessiva è di oltre 20mila euro. Alessia Bonifazi, responsabile Comunicazione e Csr di Lidl Italia, al momento della consegna ha dichiarato: «Le iniziative dell’associazione PizzAut e l’entusiasmo delle persone che ne fanno parte ci hanno profondamente colpiti poiché anche noi crediamo fortemente nel valore dell’inclusione. Attraverso il nostro contributo vogliamo sostenere in modo tangibile questo modello di inclusione lavorativa che valorizza i talenti dei ragazzi autistici. Per farlo, abbiamo scelto la passata di pomodoro a marchio Italiamo, un ingrediente semplice, genuino e famigliare come lo è la pizza». Il contributo dell’azienda servirà a finanziare i progetti portati avanti da PizzAut (http://www.pizzaut.it) attraverso il proprio modello innovativo di inclusione sociale. Nata nel 2017 per volontà di Nico Acampora, l’associazione ha l’obiettivo di sensibilizzare le istituzioni e la società civile sul tema dell’occupabilità delle persone autistiche. Grazie alla propria Academy e ai due ristoranti di Cassina de Pecchi e Monza - quest’ultimo inaugurato il 2 aprile scorso -, PizzAut Onlus rappresenta uno spazio di inclusione sociale in cui le persone autistiche, tramite la formazione e il lavoro, hanno la possibilità di esprimersi e partecipare attivamente alla società, guadagnando dignità e autonomia attraverso il lavoro.
Bper e Obiettivo 3 promuovono lo sport inclusivo
Bper Banca e Obiettivo 3 hanno sottoscritto un accordo di collaborazione con l'obiettivo di sensibilizzare sui temi dello sport e, in particolare, dello sport paralimpico. Ciò sarà possibile grazie a iniziative volte alla promozione e all'allargamento dei vari team con nuovi atleti sul territorio nazionale. In particolare, sono previste attività educative e di sensibilizzazione sulle tematiche inerenti lo sport, l'inclusione e la disabilità, con una particolare attenzione verso i giovani delle scuole di tutti gli ordini e gradi e delle Università. «Il progetto - si legge in una nota - prevede, tra le iniziative più importanti, l'organizzazione di Obiettivo Tricolore, una staffetta di atleti paralimpici, nata nel 2020 per lanciare un messaggio di ripartenza dopo il lockdown e proseguita negli anni successivi per dar modo ai partecipanti di dimostrare che la disabilità è una caratteristica e non un limite». «Nell'edizione 2023 - aggiunge Bper Banca - l'evento, che vedrà gli atleti completare il percorso di corsa, in bicicletta, in handbike, in carrozzina olimpica e anche in canoa, partirà da Cortina d'Ampezzo, sede delle prossime Paralimpiadi invernali, e arriverà a Parigi, dove si terranno le Paralimpiadi estive nel 2024». «Lo staff di Obiettivo3 - continua - nei prossimi mesi, attiverà con alcuni istituti delle scuole medie inferiori e superiori un percorso per individuare occasioni di confronto e condivisione con gli alunni e insegnanti. Tutte azioni che portano con sé un alto valore sociale attraverso lo sport, con incontri fra giovani disabili e giovani normodotati all'insegna dell'empowerment, dell'inclusione e della partecipazione attiva». «Obiettivo3 è un progetto davvero straordinario, portatore di una serie di valori importanti che, come Bper, abbiamo sempre perseguito. L'inclusione, la sensibilizzazione allo sport, il coinvolgimento di giovani, l'attenzione alle diverse abilità hanno dato vita a una serie di iniziative a cui abbiamo voluto dare il nostro concreto supporto e contributo, abbracciando un obiettivo comune. Accompagneremo, con il nostro sostegno, atleti e giovani studenti verso una maggiore consapevolezza sull'importanza della socializzazione, dell'inclusione e del superamento delle barriere, sia fisiche che non». Così sulla nuova partnership, Gilberto Borghi, responsabile dell'ufficio External Relations, Sponsorships & Events di Bper Banca. «Il sostegno di Bper, oltre a inorgoglirci, rafforza ulteriormente il nostro percorso di crescita. Sapere di avere vicino un partner che sposa completamente i nostri valori e la volontà di sensibilizzare quante più persone possibili sull'importanza della pratica dello sport nelle disabilità, è uno stimolo ulteriore per portare avanti i nostri progetti, realizzare i nostri sogni e quelli dei nostri ragazzi». Lo afferma Barbara Manni, responsabile marketing di Obiettivo 3.