Ecco quali sono gli effetti pratici della decisione di rateizzare in tre tranches il pagamento dell’Imu, introducendo - tra giugno e dicembre - una nuova scadenza a settembre. Al momento del saldo finale bisognerà tener conto dell’eventuale aumento deciso dalle amministrazioni comunali. Non cambia nulla, invece, per le seconde case. Le scadenze rimarranno solo due: a giugno e dicembre. Per la prima casa si pagherà un terzo alle prime due scadenze, per la seconda la metà al primo acconto. E, per un effetto paradossale, a settembre i proprietari di prima casa avranno pagato il 66% dell’imposta, mentre le seconde case solo il 50%, tanto che tra le proposte che forse saranno votate in nottata c’è anche quella che consentirebbe ai proprietari di scegliere, per le abitazioni principali, tra due o tre rate. A complicare i calcoli, poi, saranno anche l’obbligo di adeguare le rendite con i nuovi coefficienti catastali decisi dalla manovra "salva-Italia". Ma vediamo nel dettaglio cosa si deve fare.
CHI DEVE PAGAREIl versamento è dovuto dai proprietari dell’immobile, ma anche dai possessori di diritti reali (ad esempio titolari per uso o usufrutto). Non pagano invece gli affittuari.
LE ALIQUOTE BASELe aliquote ordinarie, valide su tutto il territorio dello Stato, sono state fissate dalla manovra Monti e sono dello 0,4% sulla prima casa e dello 0,76% sulle altre. Per i fabbricati rurali strumentali all’attività agricola (stalle, cascine, fienili) l’aliquota è dello 0,2%. I Comuni possono comunque aumentare o diminuire l’aliquota dello 0,2% entro il 30 settembre.
LE DETRAZIONIPer l’abitazione principale è prevista dalla legge una detrazione fissa di 200 euro, a cui si devono aggiungere 50 euro per ogni figlio a carico di età non superiore a 26 anni.
PRIMA CASA, LE SCADENZEPer la prima casa sono tre (ma c’è anche l’ipotesi, che sarà votata solo in nottata, che il proprietario possa scegliere per le due rate). Per gli altri immobili sono sempre due. La prima casa pagherà il primo acconto il 18 giugno, il secondo il 17 settembre e il saldo il 17 dicembre. Ai primi due appuntamenti si pagherà un terzo dell’imposta dovuta in base alle aliquota dello 0,4% fissata dallo Stato. Al saldo bisognerà invece calcolare l’imposta con le aliquote decise dai comuni e versare la differenza non pagata nelle prime due rate.
ALTRI IMMOBILI, LE SCADENZECome per la vecchia Ici rimangono due: l’acconto del 18 giugno e il saldo del 17 dicembre. Alla prima scadenza andrà versata metà imposta calcolata sulle aliquote base decise dal decreto Monti (lo 0,76%). Al saldo il calcolo va fatto con le aliquote decise dai Comuni e va versato il rimanente rispetto a quanto pagato a giugno.
IL CALCOLOA complicarlo c’è l’adeguamento dei coefficienti deciso dal decreto Salva Italia. La rendita che emerge dalla visura del catasto va rivalutata, aumentandola del 5%. Poi, per le abitazioni, l’importo va ulteriormente moltiplicato per il coefficiente di 160. Su tale valore va applicata l’aliquota e, nel caso della prima casa, la detrazione.
OPZIONE BOLLETTINO POSTALEL’Imu, infine, potrà essere pagata anche attraverso bollettino postale oltre che con il modello F24. Esenti dall’imposta di bollo gli affitti soggetti a cedolare secca del 20% e non si pagano le imposte di registro e di bollo in caso di fideiussione a favore del conduttore.