No al default di stati sovrani, no al coinvolgimento obbligatorio dei privati nel salvataggio della Grecia, obiettivo primario della Banca Centrale Europea fisso sulla stabilità dei prezzi. Mario Draghi, il 'tedesco' non ha deluso chi voleva verificare la sua ortodossia monetaria, parlando davanti alla Commissione Affari economici e monetari del Parlamento Europeo. «Lei è il cattolico più ortodosso che conosco», ha scherzato un eurodeputato. Un’audizione che è anche la sua prima apparizione pubblica come futuro presidente della Bce, anche se il parere del Parlamento Europeo non è vincolante. L’ultima parola, ormai scontata, toccherà ai leader dei Ventisette al vertice di Bruxelles della prossima settimana. Nel corso delle due ore e mezza di dibattito, Draghi ha rotto di tanto in tanto il suo consueto aplomb, ad esempio quando ha parlato della sua nazionalità contestata nel nord (Italia uguale inflazione e debito). «Che cosa sono io? – ha scherzato in proposito – italiano credo, mi hanno associato alla pizza e agli spaghetti». Quanto alla nomea di 'tedesco', «il mandato della Bce – ha detto – è la stabilità dei prezzi in tutta l’area, non devo rendere conto a un solo Paese o a un’area». Non sono mancati momenti di tensione, per le domande di alcuni parlamentari sul suo passato di vicepresidente della Goldman Sachs (dal 2002 al 2005), accusata di aver aiutato la Grecia ad 'abbellire' i conti per entrare nell’euro. Draghi ha ribadito di non esser stato in alcun modo coinvolto, ha rivendicato il suo operato come governatore di Bankitalia e presidente del Financial Stability Board come prova di 'integrità'. «Chiedete ai banchieri Il governatore della Banca d’Italia, Mario Draghi, prossimo presidente della Banca centrale europea italiani se sono stato troppo gentile o leggero con loro o se, come presidente dell’Fsb sono stato gentile con le banche», ha detto. Nel complesso comunque gli eurodeputati sono apparsi positivi, nessuno, neppure i più critici, hanno messo in discussione la competenza di Draghi. Polemiche a parte, la linea del futuro successore di Jean-Claude Trichet è chiarissima. Sul fronte greco, ha spiegato subito, «la Bce ha espresso una posizione chiara che condivido. Non è favorevole alla ristrutturazione ed esclude tutto quello che non sia volontario ». E spiega perché: «Il default non risolverebbe problemi come il deficit, e renderebbe necessario la ricapitalizzazione delle banche greche, bisogna avere ben presenti i costi di tutto questo». Del resto, ha ammonito, «sappiamo che ci sono molti investitori che aspettano la contingenza per sfruttare una situazione in cui ci sia un default mal gestito e non gestito. Questa è la lezione che abbiamo imparato dalla Lehman, che è stato il fallimento più caro della storia e non vogliamo ripeterlo». Draghi ha ricordato l’esempio della crisi italiana del 1992. «La situazione del-l’Italia negli anni ’90 – ha detto Draghi – era peggiore di quella della Grecia di adesso». Alla fine, però, Roma «presentò un piano che fu considerato credibile dai mercati». Comunque, ha voluto precisare Draghi, «nessuna crisi del debito sovrano potrà mai spingere la Bce ad allontanarsi dalla stabilità dei prezzi come obiettivo». Quanto al rafforzamento della governance economica, secondo il presidente in pectore della Bce l’Europa si trova «in mezzo al guado», «dobbiamo tornare ad avere regole di disciplina preventiva, monitoraggio e sanzioni».