mercoledì 12 ottobre 2011
Il messaggio del  Governatore di Bankitalia al convegno "L'Italia e l'economia internazionale, 1861 - 2011". Che cita l'autore dei Promessi Sposi: "Una nostra tentazione atavica, ricordata da Alessandro Manzoni, è quella di attendere che un esercito d'oltralpe risolva i nostri problemi".
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"L'Italia deve oggi saper ritrovare quella condivisione di valori comuni che, messi in sordina gli interessi di fazione, è essenziale per mobilitare le energie capaci di realizzare in anni non lontani, una rigogliosa crescita economica edi offrire credibili speranze alle nuove generazioni". È il messaggio con cui il Governatore di Bankitalia, Mario Draghi, chiude il suo intervento al convegno 'L'Italia e l'economia internazionale, 1861 - 2011"."L'Italia deve oggi saper ritrovare quella condivisione di valori comuni che, messi in sordina gli interessi di fazione, è essenziale per mobilitare le energie capaci di realizzare in anni non lontani, una rigogliosa crescita economica e di offrire credibili speranze alle nuove generazioni". È il messaggio con cui il Governatore di Bankitalia, Mario Draghi, chiude il suo intervento al convegno 'L'Italia e l'economia internazionale, 1861 - 2011".Il numero uno di Via Nazionale fa poi riferimento a "una nostra tentazione atavica, ricordata da Alessandro Manzoni", quella di "attendere che un esercito d'oltralpe risolva i nostri problemi". Come in altri momenti della nostra storia, scandisce Draghi, "oggi non è così" ed "è importante che tutti i cittadini ne siano consapevoli". Sarebbe, infatti, "una tragica illusione pensare che interventi risolutori possano giungere da fuori".Draghi insiste. "Spettano a noi. Per due ragioni". La prima è che "il risanamento della finanza pubblica e il rilancio della crescita non sono una imposizione esterna, sono problemi che vanno risolti soprattutto a beneficio dell'Italia. È un dovere verso i giovani e verso noi stessi". La seconda ragione è che "la cooperazione europea, mai come oggi indispensabile, si basa giustamente sull'assunto che ciascun membro faccia la propria parte".Il Governatore, quindi, ribadisce il concetto. "Solo i paesi che si assumono le proprie responsabilità - quelle dell'Italia sono oggi particolarmente rilevanti - e che mantengono con rigore gli impegni presi sono partner credibili, a maggior ragione nella fase di ulteriore integrazione e condivisione di doveri che si prospetta per l'Unione Europea".
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