Non uno, ma ben dodici diversi condoni. Dodici o forse nessuno, chissà. È giallo sulla moltiplicazione delle sanatorie. Nei giorni scorsi erano state prima escluse dal governo e dal ministro del’Economia Giulio Tremonti. Poi erano ricomparse nella versione
light del concordato per le liti fiscali pendenti. Ora arriva una nuova svolta che allargherebbe l’offerta a una platea molto più ampia di evasori. Ma il disordine è grande sotto il cielo e non è detta l’ultima parola. Il governo, che ha estremo bisogno di rastrellare risorse, è però diviso sulle misure, mentre infuria lo scontro sul capitolo politicamente più delicato, quello delle pensioni.Comunque sia da ieri pomeriggio circola una bozza del decreto per lo sviluppo che prevede appunto dodici sanatorie. Il documento c’è, è molto particolareggiato e le agenzie di stampa ne danno conto. In questa sorta di campionario del condono ce n’è uno sui redditi, un’altro sui tributi locali, multe comprese, sulle imposte di registro, sull’Iva e perfino sul canone Rai. Ma non è detto che la bozza sia quella buona, cioè quella definitiva da approvare in Consiglio dei ministri. Non lo è per il ministero dello Sviluppo economico che smentisce come «del tutto infondate le notizie riguardanti l’esistenza nel testo di dodici condoni o sanatorie». Le anticipazioni di stampa, si precisa, danno conto di norme «non contenute nel provvedimento di sviluppo su cui sta lavorando il Mse». Una presa di distanza del ministro Paolo Romani? Oppure la bozza è già stata aggiornata e i condoni sono saltati o magari non sono più dodici? Nessuna ipotesi è da escludere nella fibrillazione della giornata di ieri, tra i vertici frenetici tra i leader di maggioranza, il Cdm slittato a tarda sera e poi aggiornato ancora, con il governo in bilico.Secondo le anticipazioni, le sanatorie previste sarebbero tutte di natura fiscale (non ci sarebbe quindi il condono edilizio). Inoltre sarebbero cumulabili tra loro: «i contribuenti che se ne avvalgono – afferma il testo – devono tenerne conto in sede di determinazione delle imposte complessivamente dovute».In sintesi nell’elenco, a misura di commercialista, si parla di riapertura dei termini per gli anni pregressi, nei casi in cui la dichiarazione non è proprio stata presentata. «Per i redditi e gli imponibili conseguiti all’estero con qualunque modalità, anche tramite soggetti non residenti o loro strutture interposte, è dovuta un’imposta sostitutiva» pari al 20%. Possibile anche la regolarizzazione delle scritture contabili, l’accertamento con adesione per i periodi d’imposta pregressi, la definizione dei ritardati od omessi versamenti, la definizione dei tributi locali, la proroga dei termini per la definizione agevolata ai fini delle imposte di registro, ipotecaria, catastale, sulle successioni e donazioni. Per la sanatoria degli importi non versati, in presenza di cartelle esattoriali, è possibile cavarsela pagando il 25% dell’importo iscritto a ruolo, senza neanche gli interessi di mora. Si può fare pace anche con il canone Rai versando 50 euro per ogni annualità non pagata e con le sanzioni per i manifesti pubblici abusivi. C’è poi il concordato, ovvero la possibilità di definire le liti pendenti: qui le norme rinviano alla analoga sanatoria del 2002 che fissava al 10% la somma da pagare per chiudere la controversia con il fisco. Una pioggia di condoni, sconti, "offerte speciali". Ancora da verificare, però. Mentre le opposizioni già insorgono al grido di "vergogna", dall’Italia dei Valori, ai finiani di Fli al Pd, con Pierluigi Bersani che parla di «pugno in un occhio».La bozza non fa riferimentoinvece ai conti in Svizzera, Paese che ha stretto già intese con altri Paesi, come la Germania. Ma i contatti tecnici tra Roma e Berna starebbero proseguendo.