Un passo importante nella lotta all’Hiv, ma anche una mossa che, se da un lato apre speranze nei Paesi più poveri, dall’altro rinfocola comunque le polemiche sull’allargamento delle diseguaglianze nell’accesso ai farmaci. È l’ambivalenza con cui in queste ore viene commentata la scelta della compagnia farmaceutica statunitense Gilead Sciences, che ha dichiarato di aver concesso licenze esenti da royalty a sei produttori di farmaci generici per produrre e vendere versioni più economiche del suo farmaco anti-Hiv in 120 Paesi a reddito medio-basso, tra cui India, Filippine e Thailandia. Questi Paesi includono peraltro quelli con i tassi maggiori di pazienti sieropositivi, ovvero tutti quelli dell’area sub-sahariana, ma la lista non comprende, di qui anche le polemiche, Paesi a medio e alto reddito – inclusi Brasile, Colombia, Messico, Cina e Russia – che tutti insieme contano per il 20 per cento dei nuovi casi di Hiv: qui Gilead Sciences venderà la sua versione del farmaco a prezzi più alti. Al tempo stesso, Gilead fornirà alle aziende la sua versione del farmaco, il lenacapavir, in 18 Paesi, come Botswana, Etiopia e Kenya, fino a quando non avranno creato una loro capacità produttiva.
L’accordo tra Gilead e i sei produttori di farmaci generici – quattro aziende in India, una in Pakistan e una in Egitto - è stato concluso poche settimane fa dopo che i risultati della sperimentazione clinica hanno dimostrato l’efficacia del medicinale. Alla fine di giugno, Gilead ha interrotto uno studio con lenacapavir dopo che una revisione dei dati aveva rilevato che il farmaco aveva un tasso di efficacia del 100%. In uno studio condotto su 5.300 donne in Uganda e Sud Africa, nessuna di quelle che hanno ricevuto l'iniezione ha contratto l'Hiv. Un secondo studio ha riscontrato risultati altrettanto sorprendenti: a settembre, Gilead ha annunciato che tra 3.200 partecipanti in Argentina, Brasile, Messico, Perù, Sudafrica, Thailandia e negli Stati Uniti c’erano solo due casi di infezioni da Hiv tra coloro che hanno ricevuto le iniezioni.
Gilead addebita 42.250 dollari per paziente all'anno per il lenacapavir negli Stati Uniti, dove è approvato come trattamento per l'Hiv in combinazione con altri anti-retrovirali, ma non è stato ancora annunciato quale sarà il costo negli Usa del farmaco che verrà utilizzato in modalità di profilassi per prevenire il contagio. Secondo alcune fonti, i produttori di farmaci generici potranno produrre il farmaco, pur traendone un profitto, per appena 40 dollari per paziente all’anno, se acquistato in grandi volumi: ci si aspetta che il generico sarà disponibile entro tre anni.
L’accordo stipulato da Gilead è simile ad altre intese già raggiunte negli ultimi anni da altre grandi aziende farmaceutiche per medicinali contro il cancro, l’epatite, il Covid e l’Hiv. Questi accordi garantiscono un accesso a basso costo nei Paesi più poveri, ma escludono Paesi a reddito medio e con una popolazione consistente. Secondo i critici, come il dottor Othoman Mellouk, un esperto in accesso ai farmaci dell’organizzazione con sede in Marocco Itpc Global, solo le persone ricche che vivono in questi Paesi potrebbero essere in grado di acquistare i farmaci di marca ai prezzi stabiliti dalle aziende farmaceutiche, escludendo i più vulnerabili che sono spesso anche i più esposti al contagio.
La licenza volontaria stabilita da Gilead contiene una disposizione insolita che impedisce ai produttori di farmaci generici di esportare il loro prodotto in qualsiasi Paese non coperto dall'accordo: per fare un esempio, il sistema sanitario pubblico brasiliano non avrà la possibilità di acquistare la versione economica del farmaco da un’azienda indiana. L’Organizzazione Panamericana della Sanità acquista farmaci in grandi quantità per i Paesi dell’America Latina proprio allo scopo di abbassare i prezzi, ma il brevetto Gilead escluderà il Brasile, e gli altri Paesi a medio e alto reddito, anche da quella strada verso un farmaco più economico. Un portavoce di Gilead ha affermato che la società sta “esplorando diverse strategie innovative per supportare l’accesso” al farmaco in America Latina, “compresi i prezzi differenziati”, ma per ora non ha chiarito di più. Secondo alcuni esperti, Gilead proporrà in Brasile un prezzo molto inferiore a quello applicato negli Stati Uniti, ma comunque molto superiore a quello che il sistema sanitario pubblico brasiliano potrebbe pagare.
Nel 2023 le nuove infezioni di Hiv a livello globale sono state 1,3 milioni, il 60 per cento in meno rispetto al picco del 1995, ma un numero ancora consistente. La mortalità correlata all’Aids, nel frattempo, si è ridotta del 56% tra le donne e del 47% tra gli uomini a partire dal 2010. Oltre il 53% di pazienti con l’Hiv, 19,4 milioni di persone, vive nell’Africa meridionale o orientale, anche se i nuovi casi aumentano soprattutto in Paesi cui il virus è meno diffuso, nel continente africano ma non solo. Gilead fornirà lenacapavir a un prezzo “senza scopo di lucro” nei Paesi coperti dalle licenze volontarie fino a quando i produttori di farmaci generici non avranno avviato la produzione e le loro versioni saranno operative.