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Dopo Microsoft e Ibm, un altro gigante globale del mondo tech, Cisco, si impegna sul fronte dell’«algoretica», l’applicazione dei principi e valori etici alle nuove tecnologie, inclusa l’intelligenza artificiale. L’occasione è stata l’udienza di papa Francesco con Chuck Robbins, presidente e Ceo di Cisco, con monsignor Vincenzo Paglia, presidente della Pontificia Accademia per la vita e della Fondazione RenAIssance, e padre Paolo Benanti, professore di Etica delle tecnologie presso la Pontificia Università Gregoriana, direttore scientifico della Fondazione RenAIssance nonché membro dell'Advisory Body on Artificial Intelligence della Nazioni Unite.
L’impegno di Cisco è arrivato con la firma della “Rome Call”, il documento vaticano de l 2020 che parla appunto di algoretica e che ha già avuto l’adesione di altri big della tecnologia, oltre che da istituzioni come la Fao, da molte aziende e università e dai rappresentanti delle religioni monoteiste, ebrei e musulmani. Sono pronti a firmare la “carta” anche i leader delle religioni orientali che si vedranno a luglio a Hiroshima, «un luogo simbolico per ribadire che mai più la tecnologia deve essere usata come strumento di distruzione», ha sottolineato padre Benanti.
«Siamo molto contenti che Cisco abbia aderito alla Rome Call perché è un’azienda che riveste un ruolo cruciale come partner tecnologico per l’adozione e l’implementazione dell’intelligenza artificiale offrendo competenze per l’infrastruttura, la sicurezza e la protezione dei dati e dei sistemi di IA», ha evidenziato monsignor Paglia. «Quando nel 2020, per la prima volta, abbiamo proposto all’attenzione mondiale la necessità e l’urgenza di chiedere un’algoretica, ovvero un’etica nella progettazione degli algoritmi che stanno alla base dell’intelligenza artificiale, abbiamo compreso immediatamente che i tempi erano maturi», ha proseguito monsignor Paglia. «Oggi sappiamo che l’IA non è più un argomento di settore, e riflettere sull'etica del suo sviluppo è urgente più che mai».
«L’intelligenza artificiale sta cambiando radicalmente il nostro mondo, presentando grandi opportunità, ma anche nuove sfide. Per quasi 40 anni Cisco ha costruito le reti che connettono persone e organizzazioni in tutto il mondo e oggi stiamo costruendo le infrastrutture critiche e le soluzioni di sicurezza che alimenteranno la rivoluzione dell’IA», ha detto Robbins, secondo cui «i principi della Rome Call sono in linea con la convinzione di Cisco che la tecnologia debba essere costruita su una base di fiducia ai massimi livelli, al fine di promuovere un futuro inclusivo per tutti». Uno degli elementi fondamentali per affrontare le trasformazioni dell’intelligenza artificiale, ha sottolineato padre Benanti, «è l'abilitazione delle sue capacità, che stanno rapidamente avanzando e stanno trasformando molti settori». Ma è necessario che i sistemi di IA «siano trasparenti, responsabili e allineati con i valori umani». La firma di Cisco della Rome Call for AI Ethics «rappresenta un passo avanti in questo processo».
Promosso dalla Pontificia Accademia per la vita, la “Rome Call” è stata curata dalla Fondazione RenAIssance: è una “chiamata aperta” che, coinvolgendo industrie, società civile e istituzioni politiche, mira a sostenere un approccio etico e umanistico all’Intelligenza Artificiale.
Il testo della Call è in tre parti: etica, educazione e diritti. Per l’etica, il testo parte dalla Dichiarazione universale dei Diritti umani per evidenziare le prime condizioni fondamentali di cui deve godere la persona, libertà e dignità, che devono essere protette e garantite nella produzione e nell’uso dei sistemi di intelligenza artificiale.
Le sfide etiche divengono quindi sfide educative. Trasformare il mondo attraverso l’innovazione dell’IA significa impegnarsi a costruire un futuro per e con le giovani generazioni. La Call delinea quindi alcuni elementi per generare una nuova stagione del diritto. Il documento parla di “algoretica” per sottolineare la necessità di modalità etiche che arrivino fino al cuore degli algoritmi, il motore dei sistemi digitali.
Vengono quindi elencati principi algoretici fondamentali per un corretto sviluppo dell’intelligenza artificiale, come la trasparenza, l’inclusione, la responsabilità, l’imparzialità, l’affidabilità, la sicurezza e la privacy.
Già da tempo papa Francesco ha insistito sull’importanza di individuare «un’etica condivisa riguardo alle grandi sfide che si aprono nell’orizzonte dell’intelligenza artificiale». Proprio la constatazione che «l’intelligenza artificiale sia sempre più presente in ogni aspetto della vita quotidiana, sia personale che sociale», che «essa incide sul nostro modo di comprendere il mondo e noi stessi» e che «le innovazioni in questo campo fanno sì che tali strumenti siano sempre più decisivi nell’attività e perfino nelle decisioni umane», secondo il Pontefice indica la necessità che cresca la «algoretica, ossia la riflessione etica sull’uso degli algoritmi, sia sempre più presente, oltre che nel dibattito pubblico, anche nello sviluppo delle soluzioni tecniche».