Equitalia è la società pubblica che si occupa della riscossione, l’ente cioè che ha l’incarico di individuare e recuperare le imposte non pagate. Un compito ingrato, da sempre, quello degli esattori delle tasse, ma da mesi Equitalia è al centro di proteste, attacchi e aggressioni, degenerati al punto da pianificare un attentato. La crisi sta facendo saltare i nervi, cresce l’insofferenza, la sensazione di essere tartassati dilaga e la società che manda cartelle e avvisi di pagamento diventa, non sempre a torto, il bersaglio delle proteste, ma nessuno si sarebbe aspettato un pacco-bomba. A farne le spese è stato il direttore generale, Marco Cuccagna, che con il presidente Attilio Befera ha riorganizzato la società e favorito un incremento degli incassi: nel 2010 furono recuperati quasi 9 miliardi di euro (una crescita del 15% rispetto al 2009) e il 2011 si preannuncia ancora più ricco. Anche le proteste, nel corso di quest’anno, sono diventate via via più pesanti e non sono mancate le aggressioni agli impiegati in alcune sedi regionali. Il presidente del Palermo calcio ha addirittura lanciato il “Movimento per la gente” per denunciare quelle che l’imprenditore friulano ha definito «le vessazioni» di Equitalia. La regione che ha dovuto far fronte alle proteste più accese è stata la Sardegna, con partite Iva, commercianti, artigiani, allevatori e agricoltori in prima fila. Per questo il consiglio ragionale, una ventina di giorni fa, aveva votato un ordine del giorno per passare alla riscossione diretta, in pratica licenziando Equitalia. Proteste dure anche in Piemonte e Calabria. Ma se si dà un’occhiata all’analisi delle tabelle effettuata dalla Confartigianato di Mestre, si scopre che l’anno scorso i più spremuti sono stati i laziali con una virtuale media di 217,6 euro a testa, seguiti dai toscani con 192,6 e i lombardi con 189,7. Se poi si distribuisce il totale incassato da Equitalia su tutta la popolazione si arriva a 159,7 euro. Intanto la protesta ha fatto breccia anche nei palazzi della politica. L’Idv, ad esempio, ha chiesto l’istituzione di una commissione di inchiesta; analoghe sollecitazioni sono arrivate dal Pdl (Guido Crosetto aveva parlato di «un potere senza uguali al mondo»). Befera, che è anche direttore dell’Agenzia delle entrate e riferimento numero uno per il fisco, era sceso più volte in campo negli ultimi tempi per difendere l’operato della società di riscossione, evidenziando che non è possibile assegnare a Equitalia «un improprio ruolo di ammortizzatore sociale, cercando di limitare l’azione di recupero coattivo, anzichè intervenire a monte sulle cause strutturali della crisi». Come dire, una volta fissate le regole vanno seguite, soprattutto per combattere l’evasione.