Aurora Blanca, segretaria Fisascat
Sugli aumenti per badanti, colf e baby sitter “agganciati” all’inflazione sindacati e associazioni datoriali stanno cercando la quadratura del cerchio a poche ore all’incontro al ministero del Lavoro di lunedì prossimo. Nessun rischio stangata assicura Aurora Blanca, segretaria generale Fisascat Cisl che sottolinea la volontà di tutelare una categoria di lavoratori deboli, nella stragrande maggioranza donne straniere con retribuzioni basse, dopo anni di gravi difficoltà legate alla pandemia, che ha causato per molti una drastica riduzione di reddito, e in un contesto economico assolutamente unico con l’inflazione a doppia cifra.
Il 16 gennaio c’è l’ultimo incontro al ministero del Lavoro per procedere all’adeguamento delle retribuzioni, associazioni datoriali e sindacati hanno trovato un accordo?
In queste ore si sta lavorando per limare un accordo che sarà senz’altro trovato prima di lunedì. Sul tavolo c’è una proposta congiunta da parte delle associazioni datoriali Fidaldo e Domina per la rivisitazione dei minimi retributivi, comunque a partire da un minimo dell’80% del tasso di inflazione di novembre. Stiamo lavorando per tutelare i lavoratori in un momento storico molto difficile.
Questo adeguamento automatico all’inflazione è stato al centro del dibattito. Si tratta di un unicum in Italia, perché è stato introdotto e come funziona?
È previsto dall’articolo 38 del contratto nazionale e in realtà ha una lunga storia alle spalle. Le indennità di vitto e alloggio dei lavoratori domestici venivano decise ogni anno in Prefettura, questa consuetudine è stata trasferita nel contratto e prevede che in caso di mancato accordo tra le parti il ministero del Lavoro applichi un aumento dei minimi retributivi pari all’80% dell’inflazione computato nel mese di novembre, e al 100% per vitto e alloggio. L’obiettivo di fondo è da sempre dare dignità a questi lavoratori. Oggi più che mai: sono stati tra i più penalizzati dalla pandemia, hanno ricevuto un trattamento una tantum di soli 500 euro, e dall’inflazione, che come sappiamo colpisce soprattutto i più deboli. Non dimentichiamoci che anche loro hanno una famiglia: non ha senso mettere le famiglie le une contro le altre.
Assindatcolf ha parlato di aumenti che possono arrivare anche a 2mila euro l’anno, quali sono le cifre reali?
Per un assistente familiare inquadrato al Livello CS che assiste persone non autosufficienti, il cui minimo tabellare al momento è di 1.026 euro, si parla di un aumento di 94,42 euro al mese in caso di adeguamento all’80%. Ma non dimentichiamo che veniamo da anni di adeguamenti vicini allo zero per effetto dell’inflazione bassa. Come si vede dalle cifre si tratta di retribuzioni minime che spesso nei fatti già oggi sono state riadeguate nella negozione individuale tra famiglie datrici di lavoro e assistenti familiari.
Il sommerso purtroppo caratterizza il lavoro di cura, quali strategie si possono adottare per farlo emergere?
In Italia ci sono almeno due milioni di lavoratori domestici, ma solo 961mila contrattualizzati. Il governo ha annunciato a dicembre una misura individuata in uno degli assi del Pnrr, proprio per contrastare il lavoro nero in questo ambito. Si tratta di un contributo di 1.500 euro che noi però vorremmo avesse dei paletti di accesso legati all’Isee delle famiglie, alle ore dichiarate e alla durata del contratto, per evitare abusi e garantire maggiori tutele e stabilità agli occupati. Si tratta di un argomento molto delicato perché in Italia c’è un vero e proprio “welfare familiare” che fa risparmiare allo Stato miliardi di euro in assistenza. Un’altro nodo da affrontare è quello dei flussi migratori; nel 2022, dopo 10 anni, è stato emanato il Decreto Flussi ma come è evidente la richiesta di lavoratori è costante.