mercoledì 3 luglio 2024
L’intervento della presidente Farina all’assemblea di Ania: «In Italia nuovo massimo storico dei danni assicurati nel 2023». Anche digitale e demografia al centro delle attività delle compagnie
La presidente dell'Ania Maria Bianca Farina legge la Relazione annuale

La presidente dell'Ania Maria Bianca Farina legge la Relazione annuale - Ansa

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Per le imprese assicuratrici le sfide del futuro sono il cambiamento climatico, quello demografico e la digitalizzazione. «Nel 2023, l’industria assicurativa nel mondo ha pagato quasi 100 miliardi di euro per sinistri legati a catastrofi naturali. In Italia si è registrato il massimo storico dei danni assicurati: oltre sei miliardi, di cui 5,5 miliardi causati da eventi atmosferici e 800 milioni dalle alluvioni in Emilia- Romagna e in Toscana», ha detto la presidente dell’Ania, Maria Bianca Farina, nel suo intervento all’assemblea annuale alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Farina ha ricordato che «il cambiamento climatico è una sfida cruciale. Assistiamo a catastrofi naturali sempre più estreme, frequenti e distruttive, che mettono a rischio un numero sempre maggiore di persone e beni». Gli ultimi anni, ha insistito, ci hanno posto di fronte a «sfide drammatiche e del tutto inaspettate», le garanzie tradizionali dello Stato «non sono più sufficienti», per questo le assicurazioni sono chiamate a «un ruolo economico e sociale ancora più importante di quello svolto sino a oggi, sia in qualità di gestore professionale dei rischi sia in veste di primario investitore istituzionale».

Gli italiani si proteggono ancora poco, dal punto di vista assicurativo, contro le calamità naturali. Solo il 6% delle 35,3 milioni di unità abitative esistenti ha infatti una copertura assicurativa contro questi eventi, nonostante l’80% delle abitazioni civili sia esposto a un livello di rischio medio- alto dal punto di vista sismico e di dissesto idrogeologico. Per quanto riguarda le aziende, solo il 5% ha una copertura assicurativa, con differenze notevoli in funzione delle dimensioni di quest’ultime. Sul complesso di oltre 4,5 milioni di aziende italiane, è infatti assicurato contro le catastrofi il 4% delle imprese micro, il 19% di quelle piccole, il 72% delle medie e il 97% delle grandi. «Sono consapevole che in Italia, come in Europa, esiste un divario di protezione che va colmato, con un’azione sinergica dello Stato e dei privati. E per questo dobbiamo tutti fare di più, ognuno per la sua parte», ha detto la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nel messaggio inviato all’assemblea. Secondo la premier «l’economia italiana sta crescendo più di altre nazioni europee, nonostante il rallentamento dell’economia mondiale e la delicata situazione internazionale», ma «i dati macroeconomici nazionali sono positivi e l’andamento di alcuni indicatori, dalla crescita dell’occupazione all’aumento degli investimenti, rappresentano importanti segnali di fiducia nel futuro della nostra economia ». Il governo «è determinato a valorizzare questi segnali, e a darne continuità».

In Italia il divario del premio medio sulla Rc Auto lo scorso anno è sceso a 36 euro il minimo da anni, considerando che era di 213 euro nella media 2008-2012. Il premio medio secondo è risalito da 349 euro nel 2022 a 371 euro (335 euro il premio medio in Europa). Una crescita è spiegabile con la dinamica inflazionistica che si è riflessa sul costo dei risarcimenti; è stata peraltro inferiore a quella media degli altri Paesi europei. Nell’insieme il totale degli investimenti delle compagnie assicurative è stato pari a quasi 960 miliardi, di cui circa 250 in titoli di Stato italiani. Anche nel 2023 le imprese di assicurazione si confermano il principale investitore istituzionale italiano: alla fine dell’anno, gli investimenti in polizze vita rappresentavano il 14% del risparmio delle famiglie italiane. Nel comparto vita, in particolare, è stata rivitalizzata l’offerta dei prodotti tradizionali, con un aumento dei premi rispetto all’anno precedente del 9,2% per il ramo I, dinamica che ha permesso di contenere nel 2023 il deflusso netto di risorse. Lo scorso aprile per la prima volta dalla fine del 2022, si è registrata una raccolta netta positiva per le polizze tradizionali. Diversa dinamica nel comparto danni, con premi che si sono incrementati del 6,6% rispetto al 2022. Nel complesso i premi diversi dalla Rc Auto sono cresciuti del 7,7%, con una progressione molto sostenuta per le polizze salute.

Per le compagnie assicurative «la composizione e lo standing degli organi sociali sono presidi fondamentali per la sana e prudente gestione» ha ricordato il presidente dell’organo di vigilanza sul comparto, Luigi Federico Signorini, sottolineando che «in tema di governance, l’Ivass guarda con attenzione alla funzionalità degli organi amministrativi, con l’obiettivo di assicurarne la qualità e l’autorevolezza, di promuovere la diversità e la dialettica interna e di favorire il pluralismo dei contributi e l’adozione di decisioni informate».

Intanto il ministro delle Imprese Adolfo Urso ha annunciato alcune modifiche in arrivo: «Nel disegno di legge Concorrenza, che presenteremo tra pochi giorni in Consiglio dei ministri, prevedremo misure che potranno semplificare una serie di processi a beneficio degli assicurati, grazie a procedure più snelle per il trasferimento da una compagnia all’altra». Mentre Riccardo Colombani, segretario della First Cisl, ha sottolineato che «nonostante l’incremento dei premi danni nel 2023, ed i quasi 12 miliardi raccolti al 31 marzo 2024, record per il primo trimestre, l’Italia ha un rapporto tra premi danni e Pil dell’1,8%, che ci relega solo al 24° posto Ocse».

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