martedì 2 luglio 2024
Eurozona: stima inflazione giugno al 2,5%; Italia 0,9%
Il potere di acquisto delle famiglie cresce, ma l'inflazione rallenta poco

ANSA

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L'inflazione tendenziale nell'area dell'Euro dovrebbe attenersi al 2,5% a giugno - in calo rispetto al 2,6% di maggio e in linea con le previsioni degli economisti - secondo quella che è la stima flash dell'ufficio statistico europeo, Eurostat. Il dato italiano viene stimato allo 0,9%.

Vanno però considerati i prezzi dei servizi persistentemente elevati in parte compensati dai minori aumenti dei costi dell’energia e dei prodotti alimentari freschi. Se si guarda alle principali componenti dell'inflazione dell'area Euro, secondo Eurostat, si prevede che i servizi registreranno il tasso annuo più elevato a giugno (4,1%, stabile rispetto a maggio), seguiti da alimentari, alcol e tabacco (2,5%, rispetto al 2,6% di maggio), i beni industriali non energetici (0,7%, stabile rispetto a maggio) e l'energia (0,2%, rispetto allo 0,3% di maggio).

Il rallentamento dell'aumento dei prezzi nei 20 Paesi che condividono l'euro e la disoccupazione stabile al 6,4% potrebbero fornire un po' di sollievo alla Banca centrale europea, che il mese scorso ha iniziato a tagliare i tassi di interesse in previsione del raggiungimento dell'obiettivo di inflazione del 2% entro l'anno prossimo.

Inflazione e dati sul lavoro si intrecciano anche in Italia, dove a solo a giugno l'occupazione ha rallentato dopo tre mesi di crescita. Nel contempo per i mesi di gennaio febbraio e marzo il potere d'acquisto delle famiglie è cresciuto rispetto al trimestre precedente del 3,3%, lievemente frenato dall'aumento dei prezzi al consumo (+0,2% la variazione congiunturale del deflatore implicito dei consumi delle famiglie).

Lo indica l'Istat, aggiungendo che prosegue anche la ripresa della propensione al risparmio delle famiglie, che aveva toccato il suo minimo storico nell'ultimo trimestre del 2022: nei primi tre mesi del 2024 è aumentata di 2,6 punti percentuali rispetto al trimestre precedente, attestandosi al 9,5%.

Anche il reddito disponibile delle famiglie è aumentato del 3,5% rispetto al trimestre precedente, mentre la spesa per consumi finali è cresciuta dello 0,5%.

"Bene il rialzo del potere d'acquisto, dovuto all'effetto inflazione in netto calo. I consumi delle famiglie, però, sono ancora asfittici e salgono solo dello 0,5% sul trimestre precedente e dell'1,2% sul primo trimestre 2023" ha commentato il presidente dell'Unione nazionale consumatori, Massimiliano Dona.
"Il divario con il reddito disponibile, che invece segna un rialzo del 3,5% sul quarto trimestre 2023, attesta che le famiglie hanno paura di spendere e stanno cercando di recuperare le perdite subite nei mesi precedenti, incrementando i risparmi" ha concluso Dona.

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