lunedì 17 agosto 2009
Consumi delle famiglie italiane in calo lo scorso anno, con una media dell'1%: flessione accentuata per auto e moto, servizi di trasporto, elettrodomestici  e alcuni prodotti alimentari.; incremento invece per la telefonia, con un vero e proprio boom per i telefonini (+189%). È quanto stima la Confcommercio in un'indagine dell'Ufficio Studi contenuta nel Rapporto sul Terziario 2009 sui consumi nel periodo 2002-2008.
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Consumi delle famiglie italiane in calo lo scorso anno, con una media dell'1%: flessione accentuata per auto e moto (-15,1%), servizi di trasporto (-7,4%), elettrodomestici (-7,1%), alcuni prodotti alimentari tra cui i prodotti ittici (-5,4%); incremento invece per la telefonia (+15,4%), le attrezzature per la casa e il giardino (+14,3%), i tessuti per la casa (+4,7%). È quanto stima la Confcommercio, che in un'indagine dell'Ufficio Studi contenuta nel Rapporto sul Terziario 2009 sui consumi nel periodo 2002-2008 ha rilevato tra l'altro un aumento della carne e un calo del pesce, un incremento dei pasti fuori casa e un vero boom negli ultimi sette anni nell'acquisto di telefonini (+ 189%).Tra i consumi in aumento, anche elettrodomestici bruni (tv, impianti audio, ecc., +50%) e di medicinali e articoli sanitari (+40%); nel comparto vacanze, perde appeal la formula "all inclusive" (-5%); in calo libri e giornali (-9,4% e -11,3%), crescono i servizi ricreativi e culturali (+16,5%); e nella dieta delle famiglie, carne (+7,2%), pane e cereali (+5,7%) sostituiscono il consumo di grassi (-11,9%), pesce (-4,8%); si beve più acqua che alcolici e si mangia fuori un pò più spesso (+5%).Nella composizione della spesa delle famiglie, dice ancora Confcommercio, cresce l'incidenza delle spese per l'abitazione, che costituiscono ormai quasi il 30% delle spese complessive, e delle spese "obbligate" (energia, affitti, servizi bancari e assicurativi, ecc.), cresciute dal 21,7% del 1970 ad oltre il 36% del 2008.La crisi mondiale che ha interessato anche l'economia italiana, a partire dalla fine del 2007, ha comportato inevitabili riflessi negativi sui consumi delle famiglie, diminuiti dell'1% nel 2008.La tendenza a comprimere la spesa da parte delle famiglie, pur interessando i diversi segmenti di consumo, dice ancora Confcommercio, ha avuto risvolti particolarmente negativi sulla domanda di beni, diminuita nel 2008 del 2,4%, mentre per i servizi si è registrato un deciso contenimento della crescita rispetto agli anni precedenti (+0,4%).Il ridimensionamento della domanda di beni, che ha assunto toni particolarmente marcati nella parte finale dell'anno, ha colpito in misura accentuata i beni durevoli (-7,3%) che erano risultati il segmento più vivace dei consumi negli anni precedenti.Giù gli acquisti di auto e moto. Per i beni non durevoli, che rappresentano circa il 60% della spesa per beni acquistati dalle famiglie, il calo dell'1,3% si è inserito in un contesto che vede ormai da anni questo segmento della domanda in forte difficoltà, con una variazione media annua in volume nel periodo 2002-2008 sostanzialmente nulla (0,1%).La flessione dei consumi, secondo lo studio, ha colpito in misura rilevante la spesa per la mobilità (-5,1%) e in particolare l'acquisto di auto e moto (-15,1%) e la domanda di servizi di trasporto (-7,4%), e la spesa per gli elettrodomestici che ha registrato una flessione del 7,1%.Nell'alimentare, la spesa delle famiglie si è ridotta in maniera significativa per alcune voci come l'acquisto di prodotti ittici (-5,4%) e il consumo di pane e cereali, frutta e latte uova e formaggi che hanno registrato una flessione superiore al 3% in conseguenza dell'aumento dei prezzi, causati dall'impennata delle materie prime internazionali nel corso del 2008.La tendenza alla compressione dei consumi, che ha interessato in misura più accentuata il consumo di beni, ha determinato nel 2008 un calo del fatturato delle imprese commerciali che operano in sede fissa (- 0,3%), imputabile esclusivamente alle vendite di beni non alimentari (-1,1%).La flessione dei consumi di beni, soprattutto nei settori più tradizionali, non ha risparmiato neanche le imprese della grande distribuzione che hanno registrato un incremento in valore del fatturato dell'1% (Indice base 2000=100), il dato più basso dal 2000, confermando il rallentamento della crescita che si era già registrato lo scorso anno.Il ridimensionamento del fatturato ha colpito soprattutto le vendite negli ipermercati di prodotti non alimentari e gli hard discount che negli ultimi anni avevano registrato le dinamiche più elevate in termini di crescita delle vendite in valore. Tale dinamica, stando ai dati più recenti, dice Confcommercio, non sembra essersi arrestata nei primi mesi del 2009.
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