Il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, ieri all'assemblea annuale - Ansa
Dal Sud agli appalti, dal Pnrr al Pos. Nella sua relazione all'assemblea di Confcommercio, il presidente Carlo Sangalli approfondisce i temi principali e tocca con un accenno tutte le «altre sfide aperte». Parlando della situazione economica in generale, Sangalli lancia l’allarme Mezzogiorno che emerge dall’analisi dell’Ufficio Studi di Confcommercio: «Se non riparte bene il Sud, non riparte bene il Paese». Prima, però, tutti in piedi per ascoltare l’inno di Mameli e il doveroso omaggio all’Emilia Romagna colpita dall’alluvione e ai volontari giunti in suo soccorso. Subito dopo la lettura del messaggio del presidente della Repubblica Sergio Mattarella: «Oggi, i drammatici eventi alluvionali, che hanno colpito l'Emilia Romagna e i territori della Toscana e delle Marche, mettono nuovamente in luce quanto sia prezioso il contributo di ogni componente del sistema economico e istituzionale per il rilancio delle aree che versano in condizioni di difficoltà». Parole riprese al volo dal presidente di Confcommercio: per Sangalli la priorità è contrastare «la filiera del ritardo». Soprattutto per recuperare il divario delle regioni meridionali. Nel 2023 il Pil del Mezzogiorno crescerà quasi tre volte meno rispetto al Nord (+0,5% contro +1,4%). Preoccupa anche lo spopolamento del Sud: persi oltre 900mila residenti tra il 1995 e il 2023. Mentre quest’anno gli occupati nel Meridione sono meno di quelli di 30 anni fa: a fronte di una media nazionale del +6,5% , il Mezzogiorno segna un calo dell’1,7%. Per recuperare questo divario «serve efficienza nella governance e nelle pubbliche amministrazioni», ma anche «semplificare le procedure e, ove necessario, attivare i poteri sostitutivi ». Inoltre, «rivisitazioni e aggiornamenti del Pnrr» sono auspicabili, a patto però che servano a «contribuire alla crescita potenziale del Pil italiano in linea con le dinamiche medie che caratterizzano l’Eurozona». In sintesi: «Buona amministrazione, orientamento al risultato, valutazione». Come sul Codice degli appalti: «Semplificazione e legalità possono e devono essere due facce della stessa medaglia». E in tema di appalti «va salvaguardata la funzione delle imprese della ristorazione collettiva che svolgono un ruolo sociale anche nei confronti delle fasce più deboli della popolazione. Mentre nel «piano transizione 4.0 vanno rafforzate le aliquote per i crediti d’imposta e va definito un più ampio ventaglio di spese ammissibili, così da supportare l’innovazione nel terziario». Sul caro-prezzi dell’energia, invece, «servono adeguati crediti d’imposta e la riforma strutturale degli oneri generali di sistema. L’aggiornamento del piano nazionale alla luce di REPower EU significa investimenti in efficienza energetica e reti di trasmissione, in tecnologie green e digitali, nell'autoproduzione diffusa di energia rinnovabile. Andranno inoltre sostenute le comunità energetiche. Il tutto ferma restando l’esigenza di differenziare il nostro approvvigionamento energetico e di metterlo in sicurezza». C'è anche il tema degli investimenti del Pnrr «necessari per la filiera del recupero e del riciclo, che costituisce, ancora oggi, una criticità in molte regioni del Paese». E c’è «poi l’esigenza di rivedere, come preannunciato, l’intera materia degli incentivi edilizi, in modo da conciliare efficienza energetica e antisismica con la spinta alla crescita e con la sostenibilità della finanza pubblica. Non possiamo però dimenticare che tante nostre imprese della filiera dell’edilizia si trovano ancora ad affrontare i crediti incagliati». Sangalli invoca anche «una soluzione strutturale della questione del payback sui dispositivi medici: mette a repentaglio l’intera filiera delle pmi fornitrici e le stesse prestazioni del servizio sanitario ». E sul credito dice: «È necessario intervenire sulle garanzie, anche in considerazione della crescita dei tassi d’interesse. Resta importante il Fondo centrale di garanzia, ma occorre integrare gli interventi sia di livello europeo, che quelli dei consorzi fidi». E prosegue: «C’è il tema della moneta elettronica. Siamo da sempre a favore. Ma bisogna abbassare i costi del Pos. Una maggiore trasparenza delle commissioni sarebbe utile». «Occorre poi sostenere le imprese che operano con l’estero », dice rivolgendosi al ministro Adolfo Urso. Il titolare del Mimit- Ministero delle Imprese e del Made in Italy, infine, ricorda che «due milioni di lavoratori mancano per le imprese, mentre ci sono tre milioni di giovani che non lavorano e non studiano. Questo è un problema vero del Paese. Noi dobbiamo formare questi tre milioni di giovani per trovare un lavoro».