Villa Lubin, la sede del Cnel a Roma - Archivio
Tra gli accordi inseriti nell’ultimo periodo si segnala l’ipotesi di accordo per il rinnovo del Ccnl per il personale dipendente da imprese di pulizia, di disinfestazione e di servizi integrati/multiservizi, sottoscritto il 26 novembre 2021 da Fnip, assistita da Confcommercio, e Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uiltrasporti. L’accordo è stato sottoscritto dopo circa dieci anni dal precedente rinnovo contrattuale. Relativamente al settore artigiano, nel mese di dicembre risultano rinnovati il Ccnl per l’Area Alimentazione-Panificazione in (6 dicembre 2021) e quello per l’Area Meccanica (17 dicembre 2021). Nel Report, inoltre, è presente il rinnovo unificato del 9 dicembre 2021 dei due contratti - per le aziende municipalizzate e per le aziende private - per il settore di Igiene Ambientale, entrambi scaduti il 30 giugno 2019. Per quanto riguarda le cooperative, infine, il 15 dicembre 2021 è stato siglato l’accordo per il rinnovo del Ccnl per gli imbarcati su natanti di cooperative di pesca, scaduto il 31 dicembre 2020.
Di recente da Villa Lubin era stato lanciato l'allarme sul proliferare dei "contratti pirata". Spesso usati per ridurre il costo del lavoro e le tutele ai lavoratori. Più di un terzo dei Ccnl depositati, infatti, sono sottoscritti da organizzazioni non rappresentate al Cnel, anche se questi contratti risultano applicati a un numero davvero ridotto di lavoratori: 353 contratti su 933 (pari al 38%) sono sottoscritti da firmatari datoriali e sindacali non rappresentati al Cnel, ma tali contratti risultano applicati a 33mila lavoratori su oltre 12 milioni (si tratta di circa lo 0,3%). «Si pongono tuttavia problemi che non possono essere ignorati e che derivano proprio dall’elevato numero di fonti collettive deputate a regolare i rapporti di lavoro, che in linea teorica non sarebbe necessariamente negativo qualora generasse effetti concorrenziali virtuosi - si legge nel XXII Rapporto sul mercato e del lavoro e la contrattazione collettiva -. Il guaio è che gli effetti concorrenziali agiscono soprattutto al ribasso. La pluralità di fonti collettive e l’ampliamento dell’offerta di regole che disciplinano il rapporto di lavoro possono diventare il mercato dove “fare shopping” per ridurre il costo del lavoro».