I leader Cisl davanti a Montecitorio con alcuni degli scatoloni che contengono le 375mila firme raccolte
Il segretario generale della Cisl Luigi Sbarra ha guidato la delegazione che oggi ha depositato alla Camera le 375.266 firme raccolte in questi mesi in tutte le città italiane e nei luoghi di lavoro a sostegno della proposta di legge di iniziativa popolare sulla partecipazione gestionale, consultiva, organizzativa, economico-finanziaria dei lavoratori alla vita delle aziende private e pubbliche in attuazione dell'articolo 46 della Costituzione.
"Oggi consegniamo 200 scatole che contengono quasi 400mila nomi e cognomi: donne, uomini, lavoratori, pensionati, studenti che in questi mesi hanno dato la propria adesione" ha detto Sbarra arrivando in piazza Montecitorio, sottolineando che la partecipazione può rappresentare "una vera, grande riforma istituzionale" per il Paese. Un cammino iniziato sei mesi fa, ha ricordato Sbarra, per fare in modo che "le persone abbiano più voce e responsabilità nelle proprie aziende, che stiano dentro ai processi di decisione e di scelta, che condividano gli utili, gli investimenti, le scelte strategiche, per elevare salari, sostenere salute e sicurezza negli ambienti lavorativi, stabilità e qualità del lavoro, migliorando la produttività e contrastando delocalizzazioni e pirateria industriale". In questi mesi "abbiamo registrato il sostegno di autorevoli espressioni del mondo accademico e universitario, di rappresentanti di forze politiche, di partiti di maggioranza e di opposizione. Speriamo - ha aggiunto il leader della Cisl - che la proposta di legge venga incardinata subito e quindi approvata nel più breve tempo possibile. L'impegno della Cisl andrà avanti, fino al traguardo".
Disciplinare anche in Italia la partecipazione dei lavoratori in azienda in tutte è l’obiettivo della proposta di legge di iniziativa popolare composta da 22 articoli dal titolo “Partecipazione al Lavoro” promossa dal sindacato di via Po per dare piena applicazione all’articolo 46 della Costituzione, che sancisce il diritto dei lavoratori a collaborare alla gestione delle aziende.
La campagna “Aggiungi un posto al tavolo” per la raccolta delle firme necessarie (per legge ne servono almeno 50mila ne sono state raccolte quasi 400mila) per far arrivare la proposta in Parlamento è stata avviata lo scorso giugno.
La partecipazione dei lavoratori alle imprese non è solo il vettore di uno sviluppo economico ma anche un traguardo necessario per il completamento della democrazia. In un contesto sociale e politico come l'attuale, in cui forte è l'esigenza di innovare le relazioni sindacali e la contrattazione, può portare ad effetti positivi come l’aumento dei salari, la qualità e la stabilità del lavoro, maggiori investimenti e sicurezza sul lavoro e il contrasto alle delocalizzazioni.
Le proposte
Ecco cosa prevede la proposta di legge nel dettaglio:
Partecipazione gestionale La legge prevede la definizione di forme di cogestione nei consigli di sorveglianza e nei consigli di amministrazione.
Partecipazione finanziaria È disciplinato l’accesso contrattuale dei dipendenti a piani di azionariato diffuso. In materia di distribuzione degli utili ai lavoratori la proposta di legge prevede numerose novità. Le somme derivanti dalla distribuzione ai lavoratori di una quota non inferiore al 10% degli utili sono soggette a una imposta sostitutiva del 5% dell'Irpef e delle addizionali regionali e comunali, entro il limite di 10mila euro lordi, se erogate in esecuzione di contratti collettivi aziendali o territoriali.
Partecipazione organizzativa La legge prevede un meccanismo premiale per le imprese che coinvolgano i lavoratori in progetti innovativi e per i lavoratori che si impegnino a contribuire all’innovazione e all’efficientamento dei processi produttivi. Prevista l’istituzione di una Commissione nazionale permanente con funzioni interpretative e di indirizzo.
Partecipazione consultiva La legge disciplina le diverse ipotesi in cui le rappresentanze sindacali unitarie o le rappresentanze sindacali aziendali hanno diritto ad essere consultate in via preventiva e obbligatoria. La procedura si estende anche agli istituti bancari e alle aziende che forniscono servizi pubblici essenziali. Nelle imprese con più di 50 dipendenti le rappresentanze sindacali hanno diritto di essere informate e consultate in merito alle scelte aziendali almeno una volta all'anno.