Sciopero generale della Cgil venerdì contro la politica economica del governo. «L'economia è depressa, la disoccupazione aumenta, così come la pressione fiscale, i lavoratori subiscono l'abbassamento delle tutele e la cancellazione dei diritti - questo il quadro desolante secondo il sindacato guidato da
Susanna Camusso -. Lo stato sociale è stato tagliato indiscriminatamente, i pensionati sono stati penalizzati, ai giovani si è negato il futuro, il lavoro e la dignità delle donne sono stati umiliati». Uno sciopero, quello di domani (il quarto dall'insediamento del governo Berlusconi) che punta a parlare a tutti i lavoratori. Non sarà, ha osservato in questi giorni Camusso, di un solo sindacato, spiegando che «si rivolge all'intero mondo del lavoro, anche a quei lavoratori non iscritti al sindacato o iscritti ad altri sindacati». La protesta per gran parte delle categorie interesserà l'intera giornata, con decine di manifestazioni in altrettante piazze d'Italia.
LA PROTESTA DEI PRECARI DELLA SCUOLA«Il piano di assunzioni a tempo indeterminato nella scuola annunciato dal governo «è un primo passo nella direzione indicata dalla Flc e frutto delle tantissime iniziative di lotta dei precari. Lo sciopero generale promosso dalla Cgil ha prodotto un primo risultato». Lo ha detto
Mimmo Pantaleo, segretario generale Flc Cgil.«Siamo stati i primi a dimostrare conti alla mano che nella scuola sono possibili 100mila assunzioni a costo zero combinando copertura dei posti liberi e il turn over. Occorre una immediata convocazione da parte del governo per discutere sul numero complessivo delle immissioni in ruolo perché nel decreto permangono ambiguità e vincoli molto stretti. I posti vacanti e disponibili sono di gran lunga superiori ai 65mila annunciati dal governo nel triennio e peraltro sono sottoposti a vincoli di bilancio», ha aggiunto Pantaleo.La Flc «vuole trovare soluzioni positive per tutti i precari iscritti nelle graduatorie e non si accontenta di soluzioni una tantum. La qualità dell'offerta formativa può essere garantita solo tornando a investire nella scuola pubblica a partire dalla stabilizzazione dei precari. Per queste ragioni la scuola continua a dire no ai tagli alla scuola pubblica che finora sono stati l'unico segno tangibile delle politiche scolastiche del governo Berlusconi».«Rimane la nostra decisa contrarietà sulla presenza nel decreto di una norma, odiosa, che impedirebbe ai precari della scuola di ottenere la conversione del rapporto di lavoro da tempo determinato a tempo indeterminato. Metteremo in campo tutte le azioni possibili per contrastare quella norma ingiusta e pericolosa. Lo sciopero generale di domani serve a rafforzare le ragioni di migliaia di precari che sono stati lasciati colpevolmente da questo governo senza speranze di un futuro stabile che è un obiettivo ancora tutto da conquistare», conclude la nota.
IL PIANO DELLA GELMINILe immissioni in ruolo dei precari della scuola sui posti attualmente vacanti avverrà nell'arco di treanni. Lo ha precisato il ministro dell'Istruzione
Mariastella Gelmini, a margine della presentazione del rapporto sulla qualità della scuola presentato oggi da
Tuttoscuola. «Il provvedimento approvato oggi in Consiglio dei ministri - ha spiegato Gelmini - è un piano di immissione in ruolo su base triennale. Andremo a garantire il posto di lavoro ai precari occupando i posti vacanti e disponibili».Si tratta di circa 30mila posti per il personale docente e altrettanti per il personale Ata. In totale, si arriverebbe a circa 67mila «nell'arco dei tre anni. Si tratta di una prima risposta importante al precariato. Ci eravamo impegnati ad assorbire il precariato ereditato in 6-7 anni. Pensiamo di poterlo fare in tempi più rapidi».