sabato 12 novembre 2011
Una quantità enorme che ha inciso sul reddito degli oltre 500mila lavoratori mediamente coinvolti per una cifra pari a 11,4 miliardi, circa 22mila euro in meno nel salario di ogni singolo lavoratore.
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In tre anni, dallo scoppio della crisi globale nell'ottobre del 2008 all'ottobre 2011 sono state registrate in Italia poco meno di tre miliardi e 300 milioni di ore di cassa integrazione: una quantità enorme, ripartita tra un miliardo e 160 milioni di ore di cassa ordinaria e poco più di due miliardi e 122 milioni tra straordinaria e in deroga, che ha inciso sul reddito degli oltre 500mila lavoratori mediamente coinvolti in questi tre anni per una cifra pari a 11,4 miliardi, circa 22mila euro in meno nel salario di ogni singolo lavoratore in cassa. È il bilancio diffuso oggi dalla Cgil, attraverso le elaborazioni dell'Osservatorio cig del dipartimento Industria.A ottobre 2011, aggiunge la Cgil, la cassa integrazione ha registrato un leggero calo sul mese precedente, eccezion fatta per la straordinaria, mentre si conferma una crescita delle aziende che fanno ricorso ai decreti di cassa integrazione straordinaria, pari al +3,5% da inizio anno sui primi dieci mesi del 2010. Così come sono stabilmente in cig a zero ore circa 500mila lavoratori che hanno perso nel loro reddito oltre 3,1 miliardi di euro, pari a più di 6.600 euro per ogni singolo lavoratore. Numeri che fanno dire al segretario confederale della Cgil, Vincenzo Scudiere, «che dopo aver messo fine al governo Berlusconi adesso c'è bisogno di decisioni politiche che mettano al centro il lavoro come unico agente per la crescita».Come la Cgil vuole sottolineare con la manifestazione di Roma in piazza San Giovanni il prossimo 3 dicembre, incentrata sul tema "lavoro", il timore del sindacato è che i circa 190 tavoli di crisi aperti, il crollo della produzione industriale a settembre e i dati sulla cassa, «possano determinare - secondo Scudiere - il serio rischio per il prossimo anno di in un micidiale mix fatto di stagnazione e disoccupazione». «Il nuovo governo - aggiunge - deve rispondere a Bruxelles con il lavoro: introduca una patrimoniale e mette al centro l'occupazione a partire da quella giovanile». In dettaglio il rapporto di Corso d'Italia evidenzia come le ore di cig registrate lo scorso mese sono state80.244.847 con un leggero caldo del -3,97% su settembre. Un dato che porta il totale delle ore di cassa da inizio anno a 812.394.364 per un -20,86% sui primi dieci mesi del 2010. Nello specifico la cassa integrazione ordinaria (cigo) a ottobre diminuisce sul mese precedente del -14,50% per 17.971.444 ore. Da inizio anno il monte ore è pari a 184.930.084 con una variazione tendenziale del -38,26%.In aumento invece la cassa integrazione straordinaria (cigs) a ottobre su settembre del +6,78% per un totale di 35.990.495 ore. Nel corso dei primi dieci mesi dell'anno le ore di cigs sono state 351.137.044 per un -13,66% sul periodo gennaio-ottobre 2010. Infine si segnalano cali per quanto riguarda la cassa integrazione in deroga (cigd). A ottobre conta 26.282.908 di ore richieste, segnando così un -8,86% su settembre, mentre da inizio anno le ore sono state 276.327.236 per un -13,71% sui primi dieci mesi del 2010.Quanto alle causali di cigs cresce ancora, avvicinandosi al 60%, il numero di aziende che fanno ricorso per «crisi aziendale» ai decreti di cassa integrazione straordinaria. Da inizio anno a ottobre i decreti sono stati 5.670 con un aumento del +3,49% sullo stesso periodo del 2010. I decreti investono 8.861 unità aziendali territoriali con un +17,32%, sempre sui primi dieci mesi dello scorso anno, in conseguenza, spiega il rapporto, «di un aumento maggiore di gruppi industriali con insediamenti in più territori piuttosto che di aziende singole».Le regioni del nord - sottolinea la Cgil - si segnalano ancora una volta per il ricorso più alto alla cassa integrazione da inizio anno. Dal rapporto della Cgil emerge che al primo posto per ore di cig autorizzate c'è la Lombardia con 182.836.039 ore che corrispondono a 105.808 lavoratori (prendendo in considerazione le posizioni di lavoro a zero ore). Segue il Piemonte con 126.886.570 ore per 73.430 lavoratori e il Veneto con 71.762.580 ore di cig autorizzate per 41.529 lavoratori. Nelle regioni del centro c'è il Lazio con 55.551.338 ore che coinvolgono 32.148 lavoratori. Mentre per il Mezzogiorno è la Campania la regione dove si segna il maggiore ricorso alla cig con 51.567.389 ore per 29.842 lavoratori.È la meccanica il settore in cui si conta il ricorso più alto allo strumento della cassa integrazione. Secondo il rapporto della Cgil, infatti, sul totale delle ore registrate da gennaio a ottobre, la meccanica pesa per 294.532.413, coinvolgendo 170.447 lavoratori (prendendo come riferimento le posizioni di lavoro a zero ore). Segue il settore del commercio con 102.791.768 ore di cig autorizzate per 59.486 lavoratori coinvolti e l'edilizia con 73.506.839 ore e 42.539 lavoratori.Complessivamente, nel mese di ottobre, considerando un ricorso medio alla cig, pari cioè al 50% del tempo lavorabile globale (22 settimane), risultano essere 940mila i lavoratori in cigo, cigs e in cigd.  Se invece si considerano i lavoratori equivalenti a zero ore, pari a 43 settimane lavorative, si determina un'assenza completa dall'attività produttiva per 470.136 lavoratori, di cui 200mila in cigs e 160mila in cigd. Dai calcoli dell'Osservatorio cig si rileva come i lavoratori parzialmente tutelati dalla cig abbiano perso nel loro reddito tre miliardi e 115 milioni, pari a 6.626 euro per ogni singolo lavoratore.
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