giovedì 10 febbraio 2011
COMMENTA E CONDIVIDI
Attende di sentire il piano di Silvio Berlusconi per dire la sua. Poi Pier Luigi Bersani spara a zero: le misure varate dal Consiglio dei ministri «non solo non danno una scossa all’economia, ma non le fanno nemmeno il solletico: è un insieme di norme astratte, ordinamentali e non c’è niente di concreto». Il segretario del Pd non vede aria di svolta da Palazzo Chigi, né crede ai dati sulla crescita snocciolati dal premier.«Se l’Italia con queste misure crescerà dell’1,5% del pil come ha detto Berlusconi – ironizza – io prendo il saio e vado ad Arcore a piedi. Queste misure non muovono nemmeno lo 0,15% del pil, una scossa vera all’economia si può dare con una manovra o facendo le riforme, non quando un pur intelligente e volenteroso Giuliano Ferrara scrive un articolo di giornale». Ancora meno convincente appare al leader democratico l’idea di riformare l’articolo 41 della Costituzione: per Bersani è «una misura di distrazione, un voler buttare la palla in corner».Il segretario piddì dunque si scalda in panchina, ma con uno schema ben preciso in mente, che mette sul web, per coinvolgere gli elettori e per ascoltarne i consigli. «Per dare una scossa all’economia serve altro, serve qualcosa che metta mano all’economia reale, come una manovra economica, una manovra fiscale e un certo numero di riforme per la crescita». Bersani propone una nuova "lenzuolata". «Invece di perdere un anno in un percorso di distrazione si facciano norme che hanno effetto immediato: noi ne mettiamo in rete oggi (ieri, ndr) 34-35 e chiediamo a tutti i soggetti di interloquire e ragionare con noi. Berlusconi dice che le liberalizzazioni non sono servite a niente? Lo chieda a chi ha un mutuo», anche se, aggiunge, «lui non sa cosa vuol dire per un pensionato avere accesso ad un parafarmaco: chi ha la psicologia del miliardario non può capire come vive un paese».L’obiettivo delle proposte presentate dal Pd «è quello di andare incontro alle esigenze dei consumatori, abbassare i prezzi e sostenere il lavoro per i giovani, sbloccando investimenti e attività economiche». Molte delle proposte apparse sul web sono già state depositate in Parlamento. Tra queste la riforma delle professioni, le proposte per una maggiore concorrenza nel mercato dei carburanti e dell’energia, iniziative sulla regolazione del settore dei trasporti, come la soppressione del pubblico registro automobilistico (Pra), proposte per liberalizzare il commercio e semplificazioni per le imprese.In poche parole, sintetizza il vicesegretario Enrico Letta, «il Pd è pronto a governare. Dopo la riunione dell’Assemblea nazionale, la presentazione delle proposte sulle liberalizzazione è l’ulteriore riprova che il Partito democratico ha tutte le carte in regola per governare e far uscire il paese dalla palude». E a dimostrazione che i democratici non stanno in finestra a guardare, continua Letta, «le nostre proposte saranno offerte nelle prossime settimane al confronto con le forze sociali e con le forze politiche dell’opposizione. Da qui si può partire per dare davvero una scossa positiva al Paese».
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: