Cittadini puliscono un parco (foto archivio Ansa)
Nell’enciclica Laudato si’ di papa Francesco il concetto centrale, l’aspetto che guida tutta la riflessione attorno al rapporto tra gli esseri umani e la "casa comune", la nostra madre Terra, è quello di "ecologia integrale". Tutto è in relazione, anche aspetti che apparentemente non lo sono, ricorda in più occasioni Francesco, e dunque aspetti come la bellezza degli spazi urbani si legano alla qualità delle istituzioni, l’impegno della comunità locale non è lontano dal problema dell’inquinamento, la crisi sociale si accompagna a questioni come la deforestazione o la riduzione del verde urbano. In questo senso il concetto di "vivibilità" è collegato a quello di "responsabilità".
È alla luce di questi principi che è stato elaborato l’«Indice di Responsabilità Civile del Territorio». Si tratta di un indicatore veramente innovativo, unico, ispirato alla prospettiva suggerita della Laudato si’, ma anche dal principio fondamentale dell’economia civile secondo il quale il "veicolo" di un sistema socio-economico deve avere ben quattro ruote "motrici". Deve cioè fondarsi sul ruolo attivo e responsabile non solo dei due attori tradizionali, il mercato e le istituzioni, ma di "mercato", "istituzioni", "cittadinanza attiva" e "imprese responsabili".
La classifica secondo l’Indice di Responsabilità Civile del Territorio vede in testa le province di Trento, Belluno e Bolzano, incalzate, restando nelle prime cinque posizioni, da Mantova e Ravenna. In coda troviamo invece Vibo Valentia, Siracusa, Caserta, Reggio Calabria e Crotone. Il Nord domina, la prima provincia del Centro è Macerata, 11esima, mentre la seconda è Terni, al 15esimo posto. La città del Sud più avanti è Isernia, al 66esimo posto. È soprattutto la riscossa della provincia contro le grandi metropoli: Milano è 17esima, Roma 65esima.
Perché? Come è espresso il ben-vivere in questa classifica? L’indicatore si basa sulla somma di varie "responsabilità": quella degli amministratori, intesa come qualità dell’amministrazione e dei servizi; dei cittadini, cioè la capacità di contribuire al benessere di altri esseri umani e della società; e delle imprese, guardando alla responsabilità sociale e civile d’impresa; e monitorando la presenza attiva del Terzo settore. Per tali ragioni si potrebbe dire che l’Indice di Responsabilità Civile del Territorio, più di altre misurazioni può catturare la dimensione e la qualità del "capitale sociale" di un’area, la tensione di più soggetti nella direzione del bene comune.
Tra gli indicatori utilizzati ci sono la spesa comunale per l’integrazione sociale dei soggetti deboli o a rischio, compresi gli immigrati, le uscite per l’integrazione al reddito familiare, i contributi economici per i servizi scolastici o per gli anziani trattati in assistenza domiciliare. Altre voci significative riguardano il numero di realtà non profit, di volontari impegnati, di cooperative, di sportelli per il microcredito e di banche del tempo. L’impegno dei cittadini è misurato guardando alla partecipazione elettorale, ma anche a iniziative di "voto col portafoglio" come cash mob o slotmob. La presenza del Terzo settore, segno di dinamismo sociale, ha però bisogno di un altro ingrediente: la capacità politica di riconoscerne il valore, di coinvolgere cioè i soggetti sociali dando forza al principio di sussidiarietà. Per questo l’Indice ha guardato anche alla spesa comunale per i voucher alle famiglie, gli assegni di cura, i buoni socio-sanitari o altre attività di integrazione sociale, i contributi alla mensa scolastica o per il trasporto sociale.
Altre voci come il numero di enti locali sciolti o di beni confiscati servono a fotografare la diffusione di una cultura della legalità. Ma la qualità del vivere, quanto a responsabilità civile, si misura anche guardando al successo di azioni che contribuiscono a realizzare un ambiente migliore per tutti: ecco allora la diffusione della raccolta differenziata dei rifiuti, il numero di imprese con certificazioni ambientali, la capacità di gestire al meglio le risorse idriche, dalla diffusione della rete fognaria alla depurazione delle acque reflue fino alla dispersione degli acquedotti.
La responsabilità civile si traduce poi concretamente in contesti urbani meno congestionati, con un tasso di motorizzazione automobilistica più contenuto e una popolazione che si riappropria degli spazi beneficiando di una maggiore diffusione di isole pedonali, piste ciclabili o spazi di verde fruibili. È così che va letta questa classifica, come sforzo di fotografare più l’impegno diffuso che la fortuna di un territorio.