La Trinity Church di New York, chiesa che si affaccia su Wall Street - Alamy Stock Photo
Qualcosa si muove sull’uniformità delle regole per gli investimenti coerenti con la fede cattolica. A tre settimane dalla seconda Mensuram Bonam Conference, l’appuntamento globale della finanza cattolica che si è tenuto a Londra l’11 e il 12 novembre - quando dove oltre novanta professionisti del mondo finanziario, esponenti ecclesiastici e accademici arrivati da oltre sedici Paesi si sono confrontati sul tema – si segnalano passi in avanti concreti in questa direzione. La base di partenza di ogni discussione è rappresentata proprio dal documento Mensuram Bonam (letteralmente: “Misura Buona”), che prende il nome dal documento lanciato nel 2022: una guida della Pontificia Accademia vaticana delle Scienze Sociali contenente criteri, principi e linee guida pratiche e metodologiche per coloro che operano nel mondo della finanza, sia come istituzioni che come individui. Ecco, partendo da questo documento vaticano e dalla disponibilità dei vari soggetti finanziari a fare rete per sviluppare un mercato di investimenti da circa 1.750 miliardi di dollari (considerato il valore degli asset detenuti dalle istituzioni cristiane a livello globale) in modo coerente con la fede e i valori cattolici, sono sul punto di partenza una serie di attività e di progetti che rendono l’obiettivo più raggiungibile.
Innanzitutto, tra le azioni e le risoluzioni derivanti da gruppi di lavoro dedicati a seguito della conferenza va evidenziata l’iniziativa di Bloomberg Index Services, che collaborerà con altri soggetti per creare un nuovo indice di mercato, il “Mensuram Bonam Index”. In questo modo si andrebbe a risolvere uno dei problemi principali del mercato, ovvero la mancanza di un sistema di misurazione e valutazione dei portafogli di investimenti coerenti con la fede (FCI) che sia riconosciuto universalmente dai vari Paesi. Finora, il prodotto Bloomberg per Catholic FCI si è concentrato soprattutto sulle linee guida della Conferenza episcopale degli Stati Uniti (con il contributo dei Cavalieri di Colombo e Sustainalytics), ma ora si lavorerà per includere le intuizioni di Mensuram Bonam e le proposte di altri vescovi.
Nell’ottica dell’obiettivo ambizioso di apportare una maggiore coerenza di approccio e una definizione e classificazione più chiare dei prodotti per contribuire a stimolare il mercato, i Cavalieri di Colombo (organizzazione cattolica fondata negli Stati Uniti nel 1882) hanno avviato una collaborazione con la Catholic University of America per costituire un nuovo consorzio senza scopo di lucro per guidare gli investitori cattolici a livello globale sul voto per delega. I partecipanti al consorzio riceveranno una guida ispirata alla dottrina sociale cattolica su tutti i loro delegati. C’è anche l’impegno comune a pubblicare un white paper che analizzi l'impatto degli investimenti coerenti con la fede sulle performance a lungo termine dei portafogli.
Quasi tutte le realtà presenti all’evento londinese si stanno attivando per creare un ecosistema della finanza cattolica omogeneo. Dalla Ccla Investment Management (realtà specializzata in investimenti in beneficenza e chiese che ha ospitato la conferenza di metà novembre nel Regno Unito) si sta già adoperando con altre società del settore per identificare tutti i fondi di investimento già istituiti per soddisfare le esigenze degli investitori cattolici - anche quelli più piccoli - a identificare opzioni di investimento idonee. Adottare un quadro di reporting comune come quello “Engage, Enhance, Exclude” descritto in Mensuram Bonam, secondo gli esperti del settore, renderebbe molto più semplice l'assemblaggio di un report complessivo per coloro che hanno più gestori e fornitori di servizi.
L’interesse per questo mercato sta crescendo sensibilmente a livello internazionale, per cui fare rete diventa un’opportunità e allo stesso tempo una necessità. «La conferenza Mensuram Bonam è stata come un mini-sinodo per il settore finanziario, dai fornitori di indici e dati ai consulenti di investimento, specialisti del voto per delega e organizzazioni di gestione delle performance dei fondi, e ha creato una via d'uscita per gli investitori cattolici e i fornitori di servizi per sviluppare ulteriormente un ecosistema di capitale cristiano - Jean-Baptiste de Franssu, economista francese e presidente dello Ior (Istituto per le opere di religione) dal 2014 – La finanza cattolica sta cercando di allineare gli investimenti alla fede e quindi inviare un forte segnale di valori al mondo degli affari. Anche i colleghi della Chiesa anglicana hanno partecipato alla nostra conferenza poiché stiamo adottando un approccio ecumenico per sviluppare investimenti coerenti con la fede».
Per i promotori di una finanza globale coerente con la fede, sono possibili investimenti alternativi a quelli “cattolici”, anche in un’ottica di diversificazione dei rischi. L’importante è che siano compatibili con le linee guida della Mensuram Bonam e su aziende che offrono miglioramenti sociali e ambientali. Esistono, tuttavia, dei criteri di esclusione di cui tener conto per gli investimenti. Non sono contemplati, per esempio, alcuni settori: dall’industria delle armi ai produttori di droghe, da chi non rispetta la sacralità della vita a chi viola i diritti dei lavoratori.