Oggi si conoscerà il ritmo della ripresa europea nel secondo trimestre e il dato potrebbe essere sorprendente. Anche nel trimestre in corso, informa la Bce, la performance del prodotto interno lordo sarà al di sopra delle attese. Sul più lungo periodo però la crescita dell’Eurozona potrebbe tirare il freno, come segnala la banca centrale nel bollettino di agosto pubblicato ieri, stimando un incremento «moderato e ancora discontinuo». A limitare la crescita saranno «il processo di aggiustamento dei bilanci in corso in diversi settori» e «le prospettive per il mercato del lavoro». Avvertimenti che confermano le indicazioni anticipate la settimana scorsa dal governatore Jean-Claude Trichet, ma che seguono anche di pochi giorni la riunione della Fed in cui la banca centrale americana ha abbassato le sue aspettative sulla ripresa economica. Per gli Stati Uniti gli ultimi dati sulla congiuntura sono stati una doccia fredda e il ridimensionamento delle attese è più drammatico di quello europeo, ma anche la Bce inizia a mostrare cautela. I previsori interpellati dall’Eurotower hanno tuttavia confermato le proprie stime per la crescita nel 2010 all’1,1%, mentre per il 2011 è stata rivista al ribasso all’1,4% dall’1,5% della precedente indagine. Sul fronte dell’inflazione intanto l’Italia registra un balzo che non si vedeva dal dicembre 2008. L’Istat ha confermato ieri che i prezzi a luglio sono saliti dell’1,7% dopo l’1,3% registrato in giugno. A livello congiunturale l’aumento è stato dello 0,4%. L’inflazione acquisita per il 2010 è pari a +1,4%. A infiammare i prezzi hanno contribuito in particolare i trasporti (+1,1% mese, +4,6% anno) e i beni energetici (+0,8% mese, +5,3% anno). Per quanto riguarda la benzina, a luglio il prezzo è aumentato dell’8,9% annuo e dello 0,8% su base mensile mentre il gasolio è cresciuto del 13,2% a livello tendenziale ed è calato dello 0,3% rispetto a giugno scorso. L’indice armonizzato europeo è salito dell’1,8%, a fronte di un tasso medio in Eurolandia dell’1,7%: lunedì prossimo Eurostat pubblicherà la sua seconda lettura e non si esclude una revisione al rialzo. Ieri l’ufficio europeo di statistica ha diffuso invece le stime sulla produzione industriale a giugno, che nei 16 Paesi della moneta unica è calata a sorpresa dello 0,1%. Tiene l’Italia, con un output in crescita dello 0,6% su base mensile e dell’8,2% rispetto allo stesso mese di un anno fa (come nel resto dell’Eurozona). Secondo la Bce, nel complesso, le prospettive economiche sono soggette a rischi sostanzialmente bilanciati in un contesto di incertezza. La domanda dai mercati dell’export e le misure per il sistema finanziario sono un sostegno per l’economia dell’Eurozona, ma la ripresa sarà frenata dagli «aggiustamenti» nei bilanci delle aziende e dalle prospettive occupazionali. Il tasso di disoccupazione atteso dai previsori si attesta per il 2010 al 10,1% (contro il 10,3% di tre mesi fa), per il 2011 al 10,2% (da 10,3%) e per il 2012 al 9,8%. Si tratta comunque di livelli elevati. Un rimedio indispensabile, sottolinea la Bce, dovrebbe arrivare dalle banche, soprattutto a favore delle imprese. L’auspicio è che gli istituti «si dimostrino capaci» di incrementare il credito quando aumenterà la domanda. Immancabile un monito ai governi sui conti pubblici, affinché precisino misure «credibili» per risanarli «urgentemente» e si tengano pronti a eventuali manovre aggiuntive.