Auto elettrica, in Italia vendute 10mila veicoli nel 2019 - Ansa
Automobile elettrica, sfida nel futuro che rasenta l’utopia? E ancor di più per la macchina a guida autonoma? Se ne è parlato ieri a Milano nel corso della conferenza del Centro Studi Promotor, un focus sull’andamento del mercato dell’auto nel corso dell’anno appena concluso e sulle proiezioni per quello avviato. Mettendo al centro le nuove tecnologie e quel motore elettrico tanto agognato ma ben lungi dal conquistare il cuore degli italiani. L’elettrica porta con sé, al momento, tante perplessità: è costosa e garantisce poca autonomia. Ed ha il limite inquietante, per i fautori della vera sostenibilità, di porre la questione dello smaltimento delle batterie. Senza dimenticare l’impegno necessario a realizzare le infrastrutture. Ma al di là di questi aspetti secondo gli esperti del settore è il futuro. Lo ha sottolineato il presidente di Promotor, Gian Primo Quagliano, ricordando che nel nostro Paese nel 2019 sono state vendute 10.556 auto elettriche e che per il 2020 la quota dovrebbe sfiorare le 17mila, pari allo 0,8% delle immatricolazioni. «L’auto elettrica – ha osservato Quagliano – è ormai una realtà e si affermerà perché la vuole la gente, perché lo hanno decretato i politici, perché tutte le case automobilistiche si sono impegnate a realizzarla, perché vi sono considerazioni geopolitiche che lo consigliano, perché lo vogliono i produttori di elettricità, perché il più grande mercato automobilistico del mondo, quello cinese, punta con grande decisione sull’auto elettrica». Anche se per completare definitivamente l’elettrificazione della mobilità occorreranno diversi decenni. Questo perché si tratta di una sforzo titanico che, peraltro, se potrebbe risolvere un problema sociale, quello di muoversi in modo 'green', ne creerà un altro, quello occupazionale visti i tagli di posti di lavoro dal momento che l’auto elettrica manca di tantissima componentistica tipica dei motori a combustione. L’elettrico finirà con l’andare a braccetto con l’auto a guida autonoma – con l’obiettivo di zero morti sulle strade – che sta facendo passi da gigante. «Cosa si farà sull’auto a guida autonoma durante il viaggio?» La domanda l’ha posta e se l’è posta Luca Patané, presente all’evento, presidente del Gruppo Uvet che ha scelto il palcoscenico dell’auto per annunciare che Econometrica e Promotor entrano a far parte del suo Gruppo.
Senza traghettarsi così avanti nel tempo, resta il fatto che l’Italia nel campo delle quattro ruote è un vero 'caso'. Perché è il Paese con il Pil pro capite (insieme alla Grecia) più basso della Ue con la più alta anzianità media delle auto (11 anni e 6 mesi) e il più alto tasso di mortalità per incidente stradale (55,2 morti per milione di abitanti) dove, però, le auto crescono così come le patenti. Crescono come seconda auto anche per motivi legati al territorio: tante cittadine e inefficenza del tpl. Ma restano vecchie, inquinanti e insicure. Un immaginifico cane che si morde la coda. E allora che fare? Secondo Quagliano «la soluzione è una campagna di incentivi pubblici alla rottamazione che preveda bonus per l’auto elettrica, ma anche bonus per la sostituzione con macchine nuove anche ad alimentazione tradizionale. Incentivi che non paiono, però, all’orizzonte e che hanno fatto dire ad Adolfo De Stefani Cosentino, presidente di Federauto «il Governo ha innescato l’effetto Cuba, la gente non sa come cambiare auto». Perché tra blocchi del traffico, demonizzazione del diesel ed elettrico per pochi chi non è costretto per ora non la cambia. Comunque Promotor è ottimista e prevede oltre 2 milioni di immatricolazioni per il 2020.