Nel terzo trimestre del 2016 sono stati attivati 406.691 contratti a tempo indeterminato, con un calo del 18,7% o 93.533 contratti su base annua, mentre le cessazioni sono state 483.162, pari a una flessione del 3,2%. È quanto emerge dal report sulle comunicazioni obbligatorie diffuso dal ministero del Lavoro. L'istituto più diffuso per formalizzare un rapporto di lavoro è il contratto a tempo determinato, che rappresenta il 71,3% dei contratti totali avviati nel periodo, mentre gli avviamenti a Tempo Indeterminato rappresentano poco più del 17% del volume totale di attivazioni, 2,8 punti percentuali in meno rispetto al dato registrato un anno prima. Continua il sostenuto incremento dell'apprendistato (+34%).
La riduzione di nuove attivazioni si accompagna comunque alla stabilizzazione dei contratti in corso. Per i 2.386.169 contratti avviati nel trimestre in esame si contano 1.864.841 lavoratori, il 52,8% dei quali sono uomini. Rispetto al terzo trimestre del 2015 il numero dei nuovi contrattualizzati si riduce nella misura del 5%, un decremento tuttavia inferiore a quello registrato per i rapporti di lavoro. Il numero medio di contratti pro-capite si attesta a 1,28 nel terzo trimestre 2016, lo stesso registrato nel corrispondente periodo del 2015.
Parallelamente, le trasformazioni in contratti a tempo indeterminato hanno interessato 110.053 lavoratori. Nel trimestre si sono registrate 2.322.957 cessazioni di rapporti di lavoro, 1.272.712 hanno interessato uomini e 1.050.245 hanno riguardato donne. Rispetto allo stesso periodo del 2015 le conclusioni contrattuali si sono ridotte di circa 77 mila unità, pari al -3,2%. La riduzione ha interessato in misura maggiore le donne per le quali il decremento in volume è stato pari a -43.654 unità (-4%) mentre le cessazioni maschili scendono di 33.276 unità (-2,5%). In termini di durata contrattuale il 30,5% dei rapporti di lavoro cessati ha avuto durata inferiore a un mese, il 17,7% durata superiore a un anno. Rispetto al corrispondente trimestre del 2015 le cessazioni dei contratti fino a un mese si sono ridotte del 5,3% così come quelle relative ai rapporti di durata compresa tra 3-12 mesi che calano del 6,8%. Per quanto attiene i motivi di risoluzione, si riducono del 17,2% le dimissioni e aumentano del 10,8% i licenziamenti.
La riduzione più contenuta delle cessazioni dei contratti (-3,2%), rispetto a quella delle attivazioni (-5,4%), mantiene positivo il saldo delle posizioni di lavoro. Sono 1.846.096 i lavoratori interessati da cessazioni nel periodo considerato: il 2,7% in meno rispetto al terzo trimestre del 2015.